C’è fibrillazione nel mondo politico milanese per un’inchiesta partita qualche settimana fa con l’arresto del dr. Mario Chiesa, direttore di un ospizio, colto in fragrante mentre riscuoteva una tangente di 7 milioni di lire, e che vede il coinvolgimento di influenti personaggi della città lombarda. Le elezioni politiche di inizio mese hanno visto una forte avanzata della Lega Nord (giunta all’8,7%) e la contemporanea sconfitta della Democrazia Cristiana che, con il suo 29,7%, si conferma il primo partito del Paese ma con il minimo storico di consensi dal 1946. Risultato che rende complicato la costituzione di un nuovo governo. Contemporaneamente si sta avvicinando la scadenza del mandato a Presidente della Repubblica di Francesco Cossiga.
In questa situazione politica il campionato di calcio di serie A, il 18 aprile 1992, giunge alla sua 29^ giornata. In testa alla classifica i giochi sono, oramai, quasi fatti con il Milan imbattuto e con 5 punti di vantaggio sulla seconda in classifica, la Juventus, a 6 giornate dal termine. Per i rossoneri oggi c’è il derby contro l’Inter di Orrico, squadra protagonista di un campionato deludente (sono 14 i punti di distacco dai cugini milanisti), mentre i bianconeri piemontesi incontreranno la Roma all’Olimpico. In coda, invece, situazione molto difficile per l’Ascoli (solo la matematica non lo condanna), ultimo in classifica con 13 punti e distanziato di 9 lunghezze dalla quint’ultima, il Cagliari. In difficoltà anche la Cremonese, penultima con 16 punti, il Bari, terz’ultimo con 17 ed il Verona a quota 19.
I biancorossi, allenati da Boniek, oggi non hanno alternative se vogliono continuare a coltivare la speranza di salvarsi: vincere a Genova contro il grifone. Ma il Bari fuori casa, da tempo, non sa farsi rispettare: la vittoria manca da ben 28 mesi, da quel 17 dicembre 1989 a Cremona (0-2 con le autoreti di Rizzardi – oggi in campo tra i pugliesi – e Gualco). Rispetto alla partita persa in casa 7 giorni fa contro il Napoli l’allenatore polacco rivoluziona l’assetto della squadra: escono Terracenere, Platt e Brogi ed entrano Brambati, Rizzardi e Soda. Gli undici che scendono in campo sono: Biato, Brambati, Rizzardi, Bellucci, G. Loseto, Progna, A. Carbone, Boban, Soda, E. Cucchi e Jarni. In panchina Gentili, Maccoppi, Laureri, D. Fortunato e Brogi.
In casa genoana c’è ancora il rammarico per l’eliminazione di 3 giorni fa in Coppa Uefa (1-1 nel ritorno ad Amsterdam contro l’Aiax. Pareggio inutile dopo la sconfitta casalinga contro i lancieri all’ultimo minuto per 2-3). Ma i 3 punti che attualmente la separano dal 5° posto (l’ultimo utile per potersi qualificare in Coppa Uefa), oltre ad un’imbattibilità casalinga che dura da quasi 3 mesi (19 gennaio, 3-4 contro il Napoli) lasciano aperto lo spiraglio per un finale in crescendo degli uomini di Bagnoli. Rispetto al pareggio di Cagliari ci sono 2 cambi tra i titolari: al posto di Torrente e Bortolazzi scendono in campo Ferroni II e Fiorin. Affrontano il Bari questi uomini: Braglia, Ferroni II, Branco, Eranio, Caricola, Signorini, Ruotolo, Fiorin, Aguilera, Skuhravy e Onorati. In panchina siedono, insieme all’allenatore Bagnoli, Berti, Collovati, Iorio, A. Bianchi e Torrente.
Davanti a circa 27.000 spettatori arbitra il sig. Trentalange di Torino.
Gruppo di biancorossi presenti a Marassi (Archivio fotografico: solobari.it)
Sin dai primi minuti il Bari mostra maggiore determinazione del Genoa, segno evidente che ha tutte le intenzioni di fare sua la partita. Carbone, Boban, Cucchi e, soprattutto, Jarni appaiono da subito i più ispirati. La prima occasione è comunque per i padroni di casa con Aguilera che impegna Biato in due tempi su punizione. Replica il Bari dopo pochi minuti con Soda il cui tiro viene respinto da Braglia in angolo. Pericolo per il Bari: azione di rimessa genoana finalizzata da Onorati, ma il pallone viene respinto sulla linea da Cucchi dopo che Biato era stato scavalcato dal tiro. Al 33° il Bari passa in vantaggio: Jarni si invola sul fondo e, dalla sinistra, crossa. Velo di Soda e tocco di Carbone che beffa Braglia: Genoa-Bari 0-1.
Dopo appena 3 minuti (36°) il Genoa perviene al pareggio: perfetto cross di Aguilera in area con Skuhravy che anticipa G. Loseto e, di testa, batte Biato. Genoa-Bari 1-1. Ma il pari dura poco.
Al 43° azione in velocità dei biancorossi, cross preciso di Boban per la testa di Soda che, con una difficile torsione, colpisce e manda la palla verso il palo più lontano. Gol bellissimo. Genoa-Bari 1-2.
Nel secondo tempo il Genoa spinge per raggiungere il pareggio, scoprendosi ai contropiedi del Bari. Prima Signorini, di testa, e poi Onorati, con una conclusione parata a terra da Biato, impegnano la difesa pugliese ma il gol non arriva. Bagnoli allora rinforza il reparto offensivo inserendo Iorio (un ex) al posto di Onorati, più centrocampista: il cambio giova alla squadra di casa. Infatti in un’azione di rimessa è proprio Iorio ad impegnare severamente Biato con un gran tiro di contro balzo scagliato da fuori area: il portiere barese con un plastico balzo alza il pallone sopra la traversa. E’ ancora Genoa: da un calcio d’angolo, battuto dalla sinistra di Biato, Aguilera batte a rete con una girata al volo. Biato è battuto ma sulla linea è pronto Cucchi a rinviare: proteste genoane (ritenevano che il pallone avesse varcato la linea) senza esito.
Sul finire il Bari chiude la partita. Con il Genoa tutto in avanti Jarni porta avanti l’azione sulla sinistra, vede avanzare dalla parte opposta Boban e lo serve. Il giocatore croato si libera di Signorini e di sinistro realizza sul primo palo, complice un intervento piuttosto goffo del portiere Braglia. Genoa-Bari 1-3. Nei minuti restanti il risultato non cambia ed il Bari si aggiudica l’incontro.
Cambia, invece, l’uomo della tifoseria genoana che si scaglia, senza mezzi termini, contro l’allenatore Bagnoli al grido di “Venduto!”. A nulla valgono le giustificazioni del mister rossoblu che indica, come causa della brutta partita, la stanchezza per il turno di Coppa: i tifosi gli rimproverano un suo avvicinamento all’Inter.
Sorrisi in casa Bari dove questa vittoria non significa salvezza ma serve sicuramente a dare ancora speranza e coraggio alla compagine di Boniek. Peccato per l’assenza del Presidente Vincenzo Matarrese che, in una partita così importante, ha preferito trascorrere una vacanza in Svizzera con la famiglia. Molto contento per il gol Antonio Soda, in rete dopo oltre 2 mesi: l’ultima segnatura proprio a Marassi contro la Sampdoria.
Dagli altri campi arrivano le notizie che il Verona è stato sommerso per 5-0 a Foggia e viene raggiunto al quart’ultimo posto proprio dal Bari. La Cremonese pareggia a Firenze ed è penultima a 2 punti. Ufficialmente retrocesso l’Ascoli, sconfitto in casa dal Cagliari per 1-3: gli 11 punti dalla salvezza a 5 giornate dal termine non concedono scampo ai ragazzi di Cacciatori. Ed è proprio il Cagliari l’obiettivo del Verona e del Bari: sono 5 i punti che distanziano queste squadre.
Nelle parti alte della classifica un gol di Massaro ad un minuto dalla fine permette al Milan di aggiudicarsi il derby con l’Inter: il contemporaneo pareggio della Juventus a Roma, contro i giallorossi, porta 6 i punti di distacco tra gli uomini di Capello e la squadra bianconera. Sempre più difficile per Trapattoni & C. riuscire ad impensierire i rossoneri, sempre più lanciati verso il loro 12° scudetto.
Il prossimo turno prevede per il Bari un turno senza grandi insidie: l’Ascoli sarà l’avversario che domenica dovrà affrontare al San Nicola. Diverso il compito per il Cagliari che dovrà affrontare tra le mura amiche il Napoli di Zola e Careca: i campani devono conservare la posizione in classifica (3° posto) per poter giocare l’anno prossimo in Coppa Uefa. Il Bari cercherà di ridurre il più possibile il distacco dai cagliaritani in modo da poter conservare la speranza di una salvezza difficile: speranza che non perdono i tifosi biancorossi, pronti a non far mancare il calore alla loro squadra. Ancora 7 giorni e sapremo cosa sarà cambiato. Ancora 7 giorni e sarà, come sempre, un’altra storia.
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