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Gireremo lo stivale: Torino
22 Aprile 2010 - © Riproduzione Riservata  - Giuseppe Balenzano 
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altCapoluogo del Piemonte, a 239 m. sul livello del mare, conta circa 900.000 abitanti. Torino è la città italiana con più verde pubblico per abitante: su una superficie cittadina di 130 km², vi sono infatti ben 18,2 km² di aree verdi. Ogni abitante del Comune di Torino, quindi, dispone di circa 18,5 di verde. In città sono presenti 60.000 alberi lungo le strade e 100.000 alberi nei parchi. È inoltre la prima città italiana con più di 500.000 abitanti per quanto riguarda la quota di raccolta differenziata dei rifiuti, giunta nel 2007 al 40,7%.

LA STORIA

In origine era il centro di un popolo chiamato “Taurini” dal quale prese il nome di “Taurinum”. Assediata da Annibale durante la sua scesa in Italia, divenne colonia romana col nome di “Julia Augusta Taurinorum”. Il cristianesimo arrivo tardi a Torino, come del resto nell’Alta Italia, tanto che il primo vescovo fu Massimo (ed eravamo nel V secolo). In seguito divenne comando militare bizantino, ducato longobardo, contea carolingia ed infine contea degli Arduinici. Il più importante dei reggenti fu il marchese Olderico Manfredi: sua figlia, Adelaide, sposò Oddone di Savoia. Alla morte di lei, siamo nel 1091, i conti di Savoia cominciarono ad aspirare al possesso della città. Ma ci vollero quasi 3 secoli, con Amodeo VIII nel 1418, prima che Torino diventasse il centro principale di tutti i possessi di casa Savoia. Il periodo migliore lo raggiunse con Emanuele Filiberto che, nel febbraio 1563, entrò a Torino (allora sotto la Francia) e la fece diventare la capitale di tutti i suoi possessi. Ristabilì l’Università ed eresse la Cittadella: tutto questo portò ad un aumento della popolazione ed allo sviluppo edilizio. Originali erano i palazzi barocchi torinesi, veri e propri integratori sociali: infatti al primo piano vi abitavano i proprietari, sopra le famiglie borghesi, più in alto le famiglie del popolo minuto. Durante il Risorgimento, si rifugiano a Torino molti esuli impegnati per l’Unità d’Italia che esplose nel patriottismo del 1821. E in un palazzo di Torino – Palazzo Carignano – il 14 marzo 1861 venne proclamato il Regno d’Italia con Vittorio Emanuele II che assumeva il titolo di re e Torino diveniva la capitale fino al 1865. La successiva capitale divenne Firenze nonostante i gravi incidenti che insanguinarono Torino. Nel 1899 nacque la FIAT, nel 1923 entrò in funzione il Lingotto tanto che, nel secondo dopoguerra, Torino divenne la destinazione principale di una massiccia emigrazione dall’Italia meridionale.

COSA VISITARE

Palazzo Madama, che riassume, nella sua architettura, la storia della città. Oggi è sede del Museo Civico di Arte antica;

Il Palazzo Reale, che fu la reggia dei Savoia;

altIl Duomo (qui a fianco), con il suo imponente campanile. Al suo interno potete trovare la cappella della Sacra Sindone, con l’urna che custodisce il lenzuolo che, si ritiene, abbia avvolto il corpo di Gesù deposto dalla Croce;

Il Palazzo Carignano, dove venne proclamato il Regno d’Italia;

Il Palazzo dell’Accademia delle Scienze, al cui interno si può trovare la Galleria Sabauda. Questa Galleria conserva dipinti del Tintoretto, Guido Reni, Mantenga, Tiepolo, Van Dyck ecc. ecc.;

altIl Museo Egizio, che conserva una delle più importanti raccolte di antichità egizie di tutta Europa;

La Mole Antonelliana, simbolo della città. Inizialmente era sorta come sinagoga, ora è sede di mostre temporanee. Da non perdere assolutamente il panorama che si può ammirare dalla sua terrazza (come si vede dalla foto);

Il Parco del Valentino, al cui interno si trova il Castello del Valentino;

La basilica di Superga dove è ricordato il triste incidente aereo in cui perì la squadra del Grande Torino.

COSA MANGIARE

Bisognerebbe assaggiare gli “agnolotti” (ravioli ripieni di spinaci o di carne), la fonduta con tartufi, la “bagna caoda” (un intingolo di cardi e verdure crude), le costolette di “sanato” (vitello allevato col latte). Torino è poi un importante centro europeo per la produzione di cioccolato. Fu qui, infatti, che alla fine del XVIII secolo fu inventato il sistema per rendere il cioccolato solido, dato che fino ad allora veniva consumato esclusivamente come bevanda calda. In tal modo iniziò una vera e propria produzione industriale che da Torino si diffuse in tutta Europa, a tal punto che gli stessi Svizzeri vennero nella capitale del Regno Sabaudo per imparare il mestiere. Tipico cioccolatino simbolo di Torino è il Gianduiotto, inventato dalla Caffarel.
E’ torinese il noto vino liquoroso “vermouth”.

LO STADIO

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Lo Stadio Olimpico di Torino, già Stadio Comunale Vittorio Pozzo e prima ancora Stadio Benito Mussolini, è stato la sede delle cerimonie d'apertura e di chiusura dei XX Giochi olimpici invernali, svoltesi rispettivamente il 10 e il 26 febbraio 2006, e delle cerimonie d'apertura e chiusura dei IX Giochi Paraolimpici Invernali, svoltasi dal 10 marzo al 19 marzo 2006. Al termine degli eventi è stato riconvertito al calcio per ospitare le gare interne del Torino e, fino al completamento della costruzione del nuovo stadio al posto dello Stadio Delle Alpi, anche quelle della Juventus. Si trova nel quartiere di Santa Rita, nella zona sud di Torino. La sua capienza è di 28.000 spettatori.
Lo stadio è diviso in:
Tribuna Ovest riservata esclusivamente per la stampa, commentatori e vip.
Tribuna Est (Distinti Est quando gioca il Torino), punto di riferimento delle famiglie all'interno dell'impianto. Nella parte destra (sinistra quando gioca il Torino) è presente un settore separato riservato ai tifosi delle squadre ospiti.
Curva Filadelfia è il nome con il quale è conosciuto il settore dell'impianto occupato durante le gare casalinghe dai tifosi della Juventus. Tale nome è originato dal nome della via verso la quale si affaccia. Questo settore è conosciuto anche come Curva Scirea.
Curva Maratona è il nome del settore dello stadio occupato dai tifosi del Torino. Tale nome è stato attribuito per la presenza, già dai tempi dello Stadio Comunale, nell'area retrostante la curva stessa, di un’alta torre denominata appunto "Torre Maratona", nei pressi della quale si apriva l'ingresso riservato agli atleti partecipanti all'omonima gara atletica.

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