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Gireremo lo stivale: Bologna
22 Gennaio 2010 - © Riproduzione Riservata  - Giuseppe Balenzano 
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altA 54 m. sul livello del mare, con circa 375.000 abitanti, Bologna è il capoluogo dell’Emilia Romagna.
E’ il più importante nodo autostradale e ferroviario d’Italia.
E’ definita la “Dotta” (in virtù della sua Università che ha quasi 10 secoli di vita) e la “Grassa” (riferendosi alla sua cucina particolarmente calorica).

UN PO' DI STORIA

Originariamente Felsina (periodo etrusco), venne occupata prima dai Galli (assumendo il nome di Bononia) e poi dai Romani che ne fecero uno colonia. Con le invasioni barbariche decadde per finire, alla caduta dell’impero d’Occidente, sotto l’esarcato di Ravenna. Il contrasto tra le culture (romana di Bologna, bizantina di Ravenna) porta ben presto ad una separazione: è il periodo della nascita dell’Università.
Dopo l’occupazione longobarda Bologna ottiene il riconoscimento dell’autonomia cittadina (siamo nel 1115) che la portò allo scontro con i Comuni vicini. Partecipò alla Lega Lombarda e combatté contro Federico II.
Le lotte fratricide (XIII secolo) tra le famiglie dei Geremei e dei Lambertazzi provocarono gravi tumulti che terminarono solo nel 1337 quando la città venne conquistata da un’altra famiglia gentilizia, i Pepoli, che ridettero forza ai ghibellini.
Venduta la città ai Visconti, si susseguirono gli eventi: prima la guida della famiglia Bentivoglio con una signoria, poi il papato con Giulio II che portò Bologna a far parte dello stato pontificio. Quindi i Francesi con Bologna capitale della Repubblica Cispadana, capoluogo del Reno nella Repubblica Cisalpina e nel Regno Italico (siamo a Cavallo del 1800).
Tramontati i fasti napoleonici, Bologna tornò sotto il papato con dure ripercussioni soprattutto con Gregorio XVI.
Resistette poi agli austriaci che la conquistarono l’8 agosto 1849.
Nel corso dell’ultimo conflitto mondiale Bologna venne occupata dai tedeschi 2 giorni dopo l’armistizio dell’8 settembre: venne liberata dagli Alleati il 21 aprile di 2 anni dopo.
Il resto è storia dei nostri giorni.

COSA VISITARE

E’ una delle città più belle d’Italia, quindi andrebbe visitata tutta. Tra i principali luoghi/monumenti da non perdere ci sono:

Piazza Maggiore, ovvero il centro della città, composta dalla Chiesa di San Petronio, il Palazzo del Podestà, il Palazzo Comunale, il Palazzo dei Notai e i Palazzo dei Banchi.

altSan Petronio (nella foto), una chiesa che, cominciata alla fine del 1300 su disegno di Antonio di Vincenzo, ha come particolarità i 3 portali frontali: il centrale è adornato con sculture del senese Jacopo della Quercia. All’interno della chiesa vi sono, tra le tante, opere del Vignola, del Parmigianino, di Calvaert, del Torregiani. E’ presente anche un Museo.

Il Palazzo del Podestà, costruito a partire dal 1485 e visitabile solo in occasioni di esposizioni e mostre, è riconoscibile dalla Torre dell’Arengo.

La Fontana del Nettuno, chiamata anche Fontana del Gigante, è considerata una delle più belle fontane cinquecentesche d’Italia. Progettata dal Laureti, è ornata da opere in bronzo del Giambologna: Nettuno col tridente, putti con delfini, quattro sirene.

altLe Torri pendenti, ovvero il monumento più caratteristico e noto della città. La più alta è la Torre degli Asinelli (97,6 metri), eretta come torre di vedetta. 498 gradini portano alla sua sommità dove si può ammirare il panorama della città. La Torre Garisenda, non visitabile, misura 48,16 metri e ha uno strapiombo, dovuto al cedimento del terreno, di 3,22 metri. Su un lato della torre è presente una lapide con i versi con cui venne menzionata da Dante.

altL’Università (un'immagine qui a fianco), (Alma Mater Studiorum) probabilmente la più antica del mondo. Non è nota una data certa di fondazione e il 1088 è stato scelto convenzionalmente nell'800 da un comitato di storici guidato da Giosuè Carducci per festeggiarne l'ottocentesimo anniversario. Una data certa è il 1158, quando Federico I promulga la costitutio habita, a sèguito della quale l'università diventa un luogo in cui la ricerca si sviluppa in modo indipendente da ogni altro potere.

La Pinacoteca Nazionale, collocata in un palazzo seicentesco, conserva opere di Guido Reni, Guercino, Giotto, Raffaello, Carracci e altri. Nello stesso palazzo è presente anche l’Accademia di Belle Arti. Nella foto in alto un’opera del 1611 di Guidi Reni “La strage degli innocenti”, presente nella Pinacoteca.

Il Palazzo della Mercanzia, un tempo adibito allo scarico delle merci e, successivamente, sede della dogana, venne iniziato a costruire nel 1384 dal gonfaloniere del popolo Antonio di Vincenzo, e più volte rimaneggiato.

La Chiesa di San Domenico, eretta nel periodo che va dal 1228 al 1238 dai Domenicani, ha assunto lo stato attuale nel 1728. Conserva, tra le tante opere, affreschi di Guido Reni, statue di Michelangelo, i 15 misteri del Rosario dipinti da Calvaert, Cesi, Carracci, Reni, Albani e altri. Dalla sagrestia si accede al Museo. Dalla navata destra della chiesa, invece, si accede al Chiostro dei Morti dominato dal campanile romanico-gotico.

COSA MANGIARE

altSpecialità locale sono i tortellini (ripieni, solitamente, di prosciutto crudo, mortadella, vitello e parmigiano) che – originariamente – venivano serviti in brodo. Tutte le altre varianti (ragù, panna ecc.) sono moderne. Ci sono, poi, le tagliatelle, le lasagne, i cannelloni, i tortelloni di ricotta, le pappardelle.
Non può essere dimenticata, ovviamente, la mortadella.
Tra i dolci c’è il pan speziale, dolce natalizio farcito di uvetta, canditi, pinoli e cioccolato, la spongata, pasta frolla ripiena di miele, pinoli, noci, pan biscotto polverizzato, uvetta e spezie, oppure i ravioli di San Giuseppe che sono ripieni di marmellata.
Come vini, dietro l’indicazione Colli Bolognesi, si possono trovare il Bianco, il Pignoletto, il Pinot, il Riesling Italico, il Sauvignon. Ci sono, comunque, anche il Barbera, il Merlot e il Montuni del Reno.

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