Il Sindaco non lascia, raddoppia. Oggetto ormai quotidiano di discussione sulla pagina facebook del primo cittadino barese i Matarrese e la società biancorossa. Le ennesime bordate nella giornata di ieri a testimonianza di un clima tutt'altro che disteso tra le parti.
Il primo pensiero è indirizzato ai tifosi che qualche giorno fa avevano esposto nel parcheggio della Curva Sud del "San Nicola" gli striscioni "Emiliano come Matarrese" e "Emiliano: la Bari non è campagna elettorale. Con la nostra fede non devi speculare". Parole che non sono piaciute: "Lo striscione dei fantomatici quattro tifosi del Bari che mi accusano di strumentalizzazione politica ed elettorale - scrive il sindaco - è la prova della spregiudicatezza di chi vuole costringere, attraverso il sindaco, i nuovi possibili acquirenti del Bari ad accettare condizioni economiche inaccettabili. Non mi faccio trascinare in questa porcheria. Io non sono candidabile una terza volta a Sindaco di bari ed occuparmi del Bari fuori dalle mie competenze amministrativa è cosa che faccio a malincuore, accettando un gravissimo rischio di immagine che corro per amore e responsabilità verso la mia Città ed i miei concittadini".
A distanza di poco tempo Emiliano rincara la dose: "E oggi mi voglio togliere un altro sfizio - afferma - visto che ci sono: io sono salito sul pulmann del Bari il giorno della promozione solo dopo aver visto "già salito in coppa" il mio avversario alle elezioni Simeone Di Cagno Abbrescia, già caricato all'aeroporto, dopo aver saputo che Tonino Matarrese si sarebbe candidato contro di me alle elezioni, dopo aver saputo che avrebbero preso in giro voi e mister Conte con la falsa notizia della sua conferma come allenatore, ed al solo scopo di consegnare al Capitano della squadra la bandiera della Città che io in quel momento rappresentavo. L'ho detto porca miseria, mi sono liberato".
Ma non finisce qui. Il Sindaco fa riferimento anche alla maglia biancorossa con annesso il simbolo del partito politico del Popolo delle Libertà regalata, nell'estate del 2009, da Vincenzo Matarrese all'allora Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi: "Mai più la maglia del Bari in mano alla politica. Nasca una società di imprenditori che non aspirano a far soldi con l'aiuto della politica e sostengano il Bari non per fare una favore a noi baresi, ma per utilizzare legittimamente lo sport per promuovere la propria competitività sul mercato. Libera concorrenza, legalità e sport trasparente. Altrimenti come potremo pretendere che i giocatori non si vendano le partite?"
Quale futuro, quindi, per il calcio a Bari quale il ruolo del Comune in questa situazione? "Non ho mai partecipato - precisa Emiliano sul social network - e non parteciperò mai ad incontri con imprenditori orientati a convincere qualcuno a comprare il Bari. Non è questo il ruolo del Comune, non scherziamo. Il Comune non si occupa di cordate per l'acquisito del Bari. Può auspicarle, stimolarle, ma non organizzarle. Non mischiamo di nuovo politica, affari e sport".
E proprio la cordata di imprenditori baresi "auspicata" dal Comune, dopo il primo incontro di dicembre, in questi giorni si riunirà per valutare l'effettiva fattibilità dell'operazione: "Di fronte alle sollecitazioni che sto ricevendo in queste ore - chiude il Sindaco - al fine di fare tutto quanto possibile per consentire al Bari la regolare prosecuzione dell'attività sportiva, sono costretto mio malgrado ad offrire la mia disponibilità a ricevere da chiunque sia interessato, cordata o singolo, le offerte per l'acquisto del Bari. Tali offerte, man mano che saranno da me acquisite, saranno prima rese pubbliche e poi consegnate alla società per le sue valutazioni. Non vedo più alternative, o si dimostra che nessuno vuole veramente comprare o che nessuno vuole veramente vendere. Non si può continyuare a prendere in giro un'intera citta. Bari ed i tifosi del Bari non lo meritano".
A far da contraltare alle dichiarazioni del Sindaco, il silenzio dei Matarrese che fa presupporre sviluppi abbastanza inquietanti di tutta questa difficile situazione.
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