104 anni di storia e non dimostrarli. Una storia centenaria che forse, troppe volte, non è stata tenuta in debita considerazione da chi è ai piani alti di questa società. Si perché il Bari è stata, da sempre, l'eterna promessa del meridione ma non è mai esplosa a livello calcistico come avrebbe dovuto. Forte di una tifoseria passionale che poche piazze possono permettersi, il Bari Calcio ha disputato 30 campionati nella massima serie e ha registrato, come miglior piazzamento, solamente un 7° posto (nel lontano 1946-1947). Per il resto, la storia è costellata di tante stagioni nelle serie minori, in ultima quella attuale, dopo una bruciante retrocessione che ha frantumato quanto di buono il trio Perinetti, Conte e Ventura erano riusciti a costruire in un biennio.
Adesso è il turno di Vincenzo Torrente, che ieri, dopo due rimonte consecutive contro Vicenza e Gubbio (da 2-0 a 2-2) e dei cambi in corsa che hanno fatto storcere il naso a più di un tifoso, ha pensato bene di lasciare inalterato il suo modulo ed ha portato a casa tre punti fondamentali per dare nuova linfa ad una classifica che stava diventando pericolosa.
Ma Torrente è solo l'ultimo (in ordine di arrivo) di tanti tesserati che sono passati dal capoluogo pugliese con una valigia piena di speranze e di buoni propositi. Il problema è che, per un motivo o per un altro, i tifosi del galletto non sono mai riusciti a veder competere i propri beniamini a livelli prestigiosi e hanno dovuto ingoiare tanti bocconi amari che li hanno portati ad assuefarsi a questo sapore. Amaro che sembra debba perdurare ancora per lungo tempo, visto che il periodo societario non è dei più rosei. Ufficializzati i due punti di penalizzazione dovuti al mancato pagamento degli stipendi relativi ad una tranche della stagione passata, adesso c'è ancora molta incertezza sul futuro di questo Bari che sembra essere sempre sul punto di essere ceduto ma rimane, alla fine della fiera, nelle mani della famiglia Matarrese.
Non si intravede un progetto a lungo termine (e le parole di Kutuzov di qualche giorno fa rimarcano pesantemente questo aspetto), è chiara la voglia di passare la mano, per stessa ammissione dei vertici societari, e questo vuol dire che nel mercato di riparazione non ci si potrà aspettare nessuna sorpresa in positivo per rinforzare l'organico a disposizione di Torrente.
E, francamente, è un vero peccato visto che il livello di questo torneo cadetto è a dir poco scadente (lo ha dimostrato il girone d'andata) e con qualche sacrificio in più, la possibilità di poter puntare al bersaglio grosso non sarebbe poi un'utopia.
Una cosa è certa: non si vanifichi la storia centenaria di una società che, nel bene e nel male, riesce sempre ad avere i suoi seguaci sparsi per il mondo ai quali brillano ancora gli occhi quando vedono i colori biancorossi scendere in campo. I baresi hanno ancora voglia di entusiasmarsi e di sognare e di poter festeggiare, un giorno, il raggiungimento di un traguardo ambizioso.
Auguri di cuore Bari Calcio, sperando che la vecchia stella del Sud torni a brillare quanto prima.
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