(L'esultanza dei biancorossi a fine partita: da sinistra Sola, Cavasin, Lopez, Bolchi, Guastella, Catalano, G. Loseto. Immagine dal Corriere dello Sport)
Mentre l’opinione pubblica è tutta interessata alle decisioni politiche del governo Craxi impegnato ad abolire la “scala mobile” e ad intraprendere accordi con la Santa Sede per non considerare più la religione cattolica come religione di Stato, gli sportivi italiani hanno gli occhi puntati sugli ottavi di finale della Coppa Italia. E’ l’8 febbraio 1984, mercoledì. Gli incontri previsti in programma sono Avellino-Verona, Cesena-Fiorentina, Roma-Reggiana, Sampdoria-Ascoli, Triestina-Udinese, Varese-Torino, Vicenza-Milan mentre allo stadio Comunale di Torino la Juventus riceve il Bari. Oltre alle squadre di serie A sono presenti anche Cesena, Triestina e Varese per la serie B, Bari, Reggiana e Vicenza per la serie C.
La Juventus è reduce dal difficile pareggio di Napoli con l’avvicinamento in classifica del Torino a soli 2 punti. L’amichevole della Nazionale contro il Messico di sabato scorso è giunta al momento giusto per i bianconeri: si coglie l’occasione di recuperare un pò di fiato e gli infortunati. L’incontro di Coppa viene visto come un semplice allenamento: il Bari, squadra di serie C, non preoccupa i ragazzi di Trapattoni. Meno tranquillo l’allenatore che, dall’alto della sua esperienza, invita a diffidare gli incontri facili. Nella formazione mancano, tra i titolari, solo Cabrini e Penzo, per cui a scendere in campo sono Tacconi (al rientro dopo 2 mesi), Caricola, Gentile, Bonini, Brio, Scirea, Vignola, Tardelli, Rossi, Platini, Boniek. In panchina siedono il secondo portiere Bodini, Furino, Prandelli, Tavola ed il giovane Koetting.
Il Bari è impegnato a risalire al più presto in serie B tanto che l’allenatore Bolchi ha allestito una squadra di tutto rispetto per raggiungere l’obiettivo. Il morale è alto nella compagine pugliese: appena 3 giorni fa ha violato il “Vestuti” di Salerno per 1-2, campo molto difficile dove vi aveva vinto solo l’Akragas in questo campionato. Ma Torino è un’altra cosa: l’importante è cercare di contenere il passivo. In campo scende comunque la migliore formazione possibile: Conti, Cavasin, Guastella, Cuccovillo, G. Loseto, De Trizio, O. Loseto, Sola, Messina, Lopez e De Tommasi. In panchina, insieme a Caffaro, ci sono Acerbis, Baldini, De Rosa e Galluzzo.
A Torino fa freddo, tira un forte vento e piove. Davanti a circa 9.500 spettatori dirige il sig. Magni di Bergamo. La presenza dei tifosi biancorossi giunti da Bari e dal nord Italia, oltre ai residenti in Piemonte, è notevole: si fanno sentire con cori di incitamento.
La partita comincia con la Juventus che occupa le zone nevralgiche del campo cercando di prendere subito le misure al Bari, mentre i biancorossi sono guardinghi a difesa della zona presidiata da Conti. Giovanni Loseto si piazza su Platini, Cavasin su Paolo Rossi, Guastella su Boniek e Cuccovillo su Tardelli mentre, dall’altra parte, Caricola va su De Tommasi, Gentile su Sola, Brio su Messina e Bonini controlla Lopez. Il volume di gioco bianconero non porta occasioni di rilievo tanto che, con il passare dei minuti, qualche juventino comincia ad innervosirsi. Il Bari si rende conto della tensione tra le fila bianconere ed alza il proprio baricentro. Al 15°, per un durissimo intervento dell’ex Caricola, De Tommasi è costretto ad uscire dal campo per essere accompagnato in ospedale: al suo posto Bolchi fa entrare Galluzzo. Dopo un’insidiosa punizione di Platini destinata all’incrocio dei pali, ma ben parata da Conti, il Bari passa inaspettatamente in vantaggio.
27°: errore di Gentile che serve male Rossi. Il pallone viene intercettato da Cavasin che scatta con una classica azione di rimessa. Servizio lungo per Messina che dal limite, senza starci tanto a pensare, sferra un gran tiro rasoterra anticipando Brio (che lo inseguiva alle spalle) e superando Tacconi in uscita. Juventus-Bari 0-1. Cala il silenzio al Comunale tra i tifosi bianconeri, ancora increduli, ed entusiasmo tra i baresi. Per Messina il terzo gol alla Juventus dopo la doppietta di agosto allo stadio della Vittoria, sempre in Coppa Italia.
La reazione dei padroni di casa è inconcludente: il gioco tende ad accentrarsi con Platini che non riesce a scrollarsi di dosso la marcatura barese, mentre Vignola è inconcludente. Rossi è in ombra, un altro giocatore rispetto a quello ammirato sabato con la tripletta al Messico. Al 34° una deviazione sotto porta di Boniek viene parata senza difficoltà da Conti ed un paio di minuti più tardi un’iniziativa di Platini termina in calcio d’angolo. Al 39° è Galluzzo ad avere l’opportunità di rendersi pericoloso: l’attaccante barese, ben servito da una punizione di Lopez, aspetta troppo a tirare tanto da permettere il recupero di Scirea in angolo.
Nella ripresa Trapattoni lascia negli spogliatoi Gentile per far entrare Prandelli e dare più spessore al centrocampo. Ma il gioco continua a latitare: gli juventini si rendono conto di aver preso troppo sotto gamba la partita e sottovalutato l’avversario. L’allenatore bianconero le prova tutte: fa alzare dalla panchina Furino e Tavola e, al 58°, li butta nella mischia togliendo un’inconcludente Vignola e Tardelli, bravo nel suo compito ma sovrastato dal centrocampo del Bari.
L’ingresso di Furino porta giovamento nella manovra juventina: la sua carica agonistica ravviva gioco e tifosi. Ed i frutti si vedono. E’ il 65°: è proprio Furino ad avviare l’azione per Platini. Il francese, circondato da quattro avversari, trova il modo di servire un assist per Scirea (nella foto) che, solo, ha tutto il tempo di stoppare, prendere la mira e battere a rete. E’ il pareggio. Juventus-Bari 1-1.
E’ il momento di difendere questo pareggio, imprevisto alla vigilia: Bolchi fa scaldare Acerbis e lo manda in campo al posto di Galluzzo. Rinforza così il centrocampo barese, in inferiorità numerica dopo l’ingresso di Furino e Tavola. La Juve non è in giornata: invece di spingere in avanti dopo il pareggio ottenuto rimane invischiata nell’irriverente melina barese. A parte un presunto fallo di mano in area da parte di De Trizio (con le proteste di Rossi), non produce nulla di rilevante ai fini della cronaca. Anche il Bari prova a farsi pericoloso quando al 79° Onofrio Loseto impegna Tacconi con un tiro ben parato dal portiere juventino.
La partita sembra così avviarsi verso un pareggio: deludente per i bianconeri, insperato per i biancorossi, quando…
Storica impre… manca pochissimo al fischio finale. Siamo già nei minuti di recupero. Cavasin avanza, palla a Cuccovillo che scatta con le ultime forze a disposizione, passaggio per Lopez (nella foto a fianco) che, solo, dentro l’area, di destro scavalca Tacconi, che nel frattempo gli era uscito incontro, e deposita la palla in rete. Juventus-Bari 1-2. E’ il gol vittoria! Infatti non c’è neanche il tempo di rendersi conto di cosa sia successo che l’arbitro Magni fischia la fine dell’incontro. Il Bari vince per la prima volta nella sua storia a Torino contro la Juventus.
(Il gol vittoria del Bari firmato da Lopez. Telefoto dalla Gazzetta del Mezzogiorno)
Non si sentono solo i fischi dei tifosi bianconeri allo stadio Comunale. 5.000 baresi festeggiano, impazziti di gioia, l’impresa dei ragazzi di Bolchi: il loro entusiasmo si trasferisce in campo dove attorno a Lopez si crea un capannello biancorosso che festeggia il capitano. I giocatori corrono sotto il settore riservato ai tifosi del Bari a festeggiare questa vittoria sulla quale nessuno avrebbe scommesso.
Negli spogliatoi, sponda bianconera, c’è il silenzio. Trapattoni è infuriato con i suoi, accusati di presunzione, scarsa umiltà e concentrazione. Mentre Platini si avvicina alla stampa con l’umore nero, Rossi ritiene che la sua squadra non dia gran peso alla Coppa Italia. Con Caricola che si avvicina per chiedere le condizioni di De Tommasi, Brio rinvia il discorso alla partita di ritorno ritenendo che la Juve abbia tutte le carte in regola per passare il turno.
Per Bolchi la vittoria è meritata: il Bari ha imbrigliato bene le azioni juventine approfittando anche della scarsa concentrazione dei giocatori di casa. Ma non è finita qui, c’è sempre l’incontro a Bari prima di poter cantare vittoria. E a Bari? Al fischio finale i tantissimi che hanno seguito l’incontro alla radio si sono riversati per le strade inscenando caroselli per la città.
Dagli altri campi arrivano i risultati: l’Avellino ha battuto il Verona con un gol di Schiavi. Cesena e Fiorentina hanno concluso i 90 minuti in parità con i gol di Antognoni su rigore e Arrigoni. La Roma ha battuto la Reggiana con un gol per tempo (Vincenzi e Tovalieri). La Sampdoria ha superato l’Ascoli grazie ad un gol nella ripresa di Chiorri. Triestina ed Udinese hanno pareggiato senza reti. Il Varese si è aggiudicato l’incontro con il Torino grazie ad un gol di Auteri. Infine il Milan sbanca Vicenza con una rete di Carotti.
Il ritorno è tra 13 giorni, il 22 febbraio. Passerà il turno chi conquista più punti nelle 2 partite. In caso di parità chi segna più reti. In caso di ulteriore pareggio si tiene conto delle reti segnate in trasferta: valgono doppio. Ultima soluzione: i tempi supplementari.
L’appuntamento è così tra 2 settimane e sarà, come sempre, un’altra storia.
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