È iniziata ufficialmente la stagione del Bari targato Ventura. La squadra si è ritrovata per un primo allenamento al campetto dell' antistadio, alla presenza di circa un centinaio di tifosi. Nei prossimi tre giorni, tutti i giocatori saranno sottoposti ad una serie di test atletici e clinici, per poi partire alla volta di Ridanna per il consueto ritiro precampionato.
Nel primo pomeriggio sono stati presentati, dal presidente Vincenzo Matarrese, sette dei dieci nuovi acquisti. Nell’occasione, il patron biancorosso ha dichiarato: ”Ho scelto di rimanere alla guida del Bari perché ho un debito nei confronti dalla città, ho ancora negli occhi tutta quella gente in visibilio per la promozione. Sono nel calcio da tanti anni e mi è capitato di vincere diversi campionati, ma una festa così non la dimenticherò mai”.
Il presidente ha poi precisato che i giocatori presentati oggi sono stati scelti di comune accordo da Perinetti e Ventura, sono tutti di grande qualità e soprattutto hanno forti motivazioni. “Sapete tutti che dopo il ’91, (l’anno di Platt, ndc) sono molto diffidente nel prendere giocatori di grande fama, però devo anche dirvi che il mercato è ancora lungo. Strada facendo, se riterremo il caso e dopo aver verificato l’attuale rosa nelle prime partite, potremmo ancora intervenire, anche con un clamoroso colpo di coda, in modo da colmare eventuali lacune. E’ fondamentale rimanere nella massima serie, soprattutto in vista dell’entrata in vigore delle nuove regole sulla ripartizione dei diritti tv che potrebbero consentire di aumentare il livello di competitività della nostra squadra”.
Hanno poi preso la parola i nuovi acquisti. Ha iniziato Riccardo Meggiorini: “Devo confessarvi che per un momento ci sono rimasto male perchè l’Inter non ha avuto fiducia in me, ma poi quando mi ha contattato il Bari e mi ha illustrato il suo programma non ho avuto esitazione nell’accettare la destinazione. Non vedo l’ora di giocare al fianco di un grande attaccante come Barreto. Sono soprattutto una seconda punta ma mi posso adattare anche da prima punta o anche da attaccante esterno. Se sono pronto per la serie A? Sarà il campo a dirlo”.
Arriva il turno di Filippo Carobbio: “ È vero, la mia precedente apparizione in A con la Reggina non fu molto positiva. Ero sicuramente molto più giovane e si trattava della mia prima esperienza lontano da casa, e poi il modulo che utilizzava mister Mazzarri non era molto congeniale alle mie caratteristiche. Credo che con Allegretti si possa tranquillamente coesistere, visto che io sono un mancino e lui è un destro”.
Tocca poi a Matteo Paro: ”Vengo da due gravi infortuni, ma da marzo mi sono completamente ristabilito e ho avvertito soltanto piccoli problemi muscolari. Ho già parlato con lo staff medico del Bari e credo di poter già iniziare ad allenarmi con i miei compagni. Voglio riprendermi ciò che ho lasciato, ossia un posto da protagonista nella massima serie”.
La parola a Leonardo Bonucci: ”Il fatto che la linea difensiva sia composta da molti giovani è sicuramente un dato positivo, in quanto ci sarà sicuramente una leale concorrenza che produce sempre stimoli in più. E poi non dimentichiamoci che c’è sempre nonno Stellini, i suoi consigli e la sua esperienza ci saranno sicuramente molto utili”.
Ecco il turno di Greco: “Mi è stata data una grande chance e non voglio lasciarmela sfuggire, il mio infortunio è ormai alle spalle, credo che nel giro di due o al massimo tre settimane potrò già svolgere le prime partitelle. Sono un attaccante duttile al servizio della squadra, anche se nell’ultimo campionato a Pisa ho saputo meglio abbinare la fase di gioco di squadra con quella realizzativa”.
È toccato poi al portiere Padelli: “La mia esperienza al Liverpool è stata stupenda, peccato che sia durata soltanto sei mesi ma ho avuto l’occasione di allenarmi con tanti campioni ed un tecnico come Benitez. Gillet è un grande portiere e non ho problemi a fargli da secondo, cercando però di sfruttare al meglio le eventuali occasioni che mi dovessero capitare.”
Infine è il turno di Antonio Langella: “La principale priorità di noi nuovi arrivati è quella di amalgamarci immediatamente con il nucleo storico. Soltanto un gruppo solido può riuscire a conseguire risultati eccellenti, così come è capitato al Chievo (la sua ex squadra) ed al Bari nella scorsa stagione. Ero nel giro della nazionale sino a giugno 2005, poi l’anno successivo con l’avvento di mister Giampaolo ho fatto molta panchina. Il motivo è semplice, non sono un tipo che manda a dire le cose ed in maniera schietta confessai al mister che il ruolo di tornante destro non mi si addiceva, forse questo lo ha infastidito”.
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