Nati sotto una cattiva stella. Sembra questa la sorte cui sono destinati i teatri della città.
Hanno cresciuto a pane e cultura intere generazioni di baresi, ma di questi tempi, la gloria conquistata sul palco non basta per assicurarsi un futuro di attività. Uno stesso destino fatto di proroghe e chiusure li attende. L’ultimo in difficoltà è il teatro Abeliano.
Scade infatti il prossimo31 luglio l’ultima proroga allo sfratto per finita locazione, dopo 32 anni di attività artistica e culturale. Spada di Damocle, la richiesta dei proprietari di tornare in possesso dei locali. A lanciare l’ennesimo appello il direttore artistico del teatro, Vito Signorile. Destinatari politici e in particolare il sindaco di Bari, Michele Emiliano, l’ultimo a cui il Centro Polivalente di Cultura Gruppo Abeliano affida le proprie speranze di miglior vita. Solidali numerose organizzazioni culturali e forze sociali.
All’origine, in quello spazio in via della Costituente, c’erano solo capannoni in disuso e depositi. Poi una riqualificazione e un condono con destinazione d’uso per attività culturali, ne hanno cavato fuori un importante contenitore teatrale per la città. Ma non è bastato. Numerose ed inutili tutte le strade battute per trovare una soluzione con i proprietari. A nulla sono valsi i reiterati inviti del Giudice Di Lalla a concedere ancora qualche mese, in attesa di un’alternativa alla chiusura.
Non sono bastati i sacrifici di attori e tecnici del Gruppo Abeliano e l’indispensabile investimento della cooperativa, nel tentativo di forgiare un teatro accogliente e sicuro per avere tutte le carte in regola: poltrone e sipari autoestinguenti e tutte le pareti separatorie e il controsoffitto composti da pannelli divisori in materiale resistente al fuoco. Da troppo tempo l’Abeliano è a corto di risorse per foraggiare ulteriori iniziative “salvavita” di questo tipo.
La precarietà economica è all’ordine del giorno, aggravata dal pericolo imminente di perdere numerosi posti di lavoro in caso di chiusura.
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