Altri due punti persi. Lo sa bene anche Vincenzo Torrente, che, consapevole delle tante difficoltà del suo Bari, ha provato a portare a casa la vittoria a modo suo: "Visto che mancavano 10' alla fine – chiarisce subito – ho preferito avere superiorità numerica in difesa, con un po' di sofferenza da mettere in conto nel tempo rimasto. Il Crotone aveva in campo due esterni larghi e due attaccanti centrali: li ho affidati a due marcatori, con Claiton ad intervenire in seconda battuta. Ed invece abbiamo subito un gol impossibile da prendere con quell'assetto, soprattutto quando devi rimanere attaccato al risultato”.
Spiegato così l'ultimo cambio, il meno capito dal pubblico, quello di Kutuzov, attaccante, per Masi, difensore, Torrente ricorda le precarie condizioni di molti fra i giocatori scesi in campo: “In tanti rientravano da un lungo periodo di inattività, chi di qualche settimana, chi addirittura di mesi: Polenta, Dos Santos, Kutuzov, tutta gente che non giocava da tempo. E poi Crescenzi e Romizi, che non erano al meglio”. Quindi, l'analisi di una partita dai due volti: “Nel primo tempo la squadra mi è piaciuta. Potevamo anche chiudere la partita. Poi però abbiamo smesso di giocare: zero fraseggi, zero ripartenze, con il solo Kutuzov a tenere palla, finché ce l'ha fatta. Ho pensato anche a Nicola (Bellomo, ndg) ma c'erano Claiton e Polenta che non ce la facevamo più. E non me la sono sentita di rischiare in difesa l'uomo contro uomo, scegliendo la linea a 5. A dieci minuti dalla fine, che puoi fare, quando mezza squadra ti chiede il cambio? Stai lì, soffri, cerchi di non prendere gol. Ed invece l'abbiamo beccato nel peggiore dei modi”.
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