Occhi lucidi, sguardo triste, ma con l’aria di una persona che non vuol mollare. Sì, perchè Agostino Garofalo è un giovane calciatore con la voglia di far bene, la stessa voglia e tenacia di Piermario Morosini scomparso prematuramente sabato scorso durante la partita durante la partita Pescara-Livorno: "Non so cosa accadrà adesso - commenta - ma sicuramente la perdita di un giovane calciatore per arresto cardiaco in campo, un segno lo lascerà. A mio avviso, forse, cambierà qualcosa nei controlli medici. È il destino, quando una cosa deve succedere, nel bene o nel male, succede”.
L’argomento è toccante, ma non bisogna dimenticare il calcio giocato. Contro il Verona, questa volta, per i galletti la trasferta è stata fatale (4-1 ndr.): “A parte i nostri demeriti ci sono anche i meriti del Verona; nessuno si aspettava un secondo tempo così brutto. Purtroppo, c’è da dire, tra squalifiche ed infortuni, il mister non ha mai tutti a disposizione e questo penalizza la squadra. Facciamo tesoro dei nostri errori e ripartiamo dalla partita contro il Torino per far bene; dobbiamo essere più maturi”. Analisi quanto mai giusta quella del terzino barese, ex di lusso di questa gara: “Contro il Torino ritroverò tanti amici e tanti ricordi. Se segno esulto per rispetto dei tifosi del Bari”.
Ritornando alla prossima gara contro i granata, il difensore biancorosso indica la strategia da seguire per non perdere: “Non dobbiamo avere cali di concentrazione, ma soprattutto, dobbiamo evitare di commettere gli errori di Verona. Torino e Bari hanno una grande storia e grandi tifoserie, si somigliano, e secondo il mio parere dovrebbero militare in serie A”. Per la compagine di mister Torrente, almeno per quest’anno, la massima categoria pare una chimera, di fronte a club blasonati come i piemontesi: “Il Torino come organico è una squadra forte, forse anche più forte della Sampdoria; come gioco il Pescara”.
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