Le donne baresi, le più fragili e con maggiore bisogno di aiuto, da oggi hanno perso il loro faro. Tapparelle abbassate, luci spente, stanze vuote. Si presentava così questa mattina il centro antiviolenza “Desirée” di Bari, dal 2003 al fianco di donne e minori vittime di violenze fisiche e psicologiche. Il contratto del centro di prima accoglienza è scaduto infatti il 19 luglio a causa della mancata proroga della convenzione con il Comune di Bari, unico finanziatore. Nei giorni scorsi, l’ennesimo appello accorato della coordinatrice Cinzia Del Vecchio è arrivato sin nelle aule del municipio barese, sollecitando l’interessamento delle istituzioni. Giovedì prossimo, nelle stanze della ripartizione dei Servizi Sociali, è stato fissato un incontro per cercare possibili soluzioni. “Saremmo pronti a ripartire da subito”, ha assicurato la Del Vecchio.
Ma oggi, in via de Nicolò 7, la porta che ha accolto negli ultimi sei anni le richieste di aiuto più disperate, ricevuto donne maltrattate, figli in crisi, era sbarrata. Spenta la stanza dei giochi, dove numerosi bambini sono stati ascoltati e hanno atteso divertendosi la proprie mamme in difficoltà. In vita solo il numero di pronto intervento (0805559566) per le chiamate d’emergenza. Eppure i risultati realizzati da questo centro sono notevoli: più di 700 donne ascoltate, di età compresa tra i 17 e i 60 anni, grazie ad un equipe altamente specializzata formata da volontari, psicologi, assistenti sociali e avvocati. Hanno prestato la loro assistenza gratuitamente, garantendo un servizio di ascolto e di assistenza 24 ore su 24, pronti ad agire nelle situazioni più critiche grazie ad un servizio di emergenza con il trasferimento di chiamata notturna e la reperibilità anche di sabato e domenica.
L’associazione, inserita nella rete nazionale dei centri antiviolenza in contatto diretto e costante con Questura e Carabinieri, ha promosso in questi anni attività socio assistenziali, gruppi di aiuto, informazione costante, corsi di sensibilizzazione e formazione per ridurre e prevenire il fenomeno della violenza e dei maltrattamenti familiari. Tutti costi che venivano sopportati fino ad oggi grazie a sovvenzioni comunali, ora bloccate in attesa che si formi il nuovo consiglio comunale che dovrà rivedere il bando per il rinnovo della convenzione con il centro.
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