Fare di un bullo un volontario, per salvarlo da un futuro difficile. Questo l’intento del nuovo progetto della Regione Puglia per contrastare il fenomeno del bullismo nelle scuole pugliesi che prevede l'inclusione degli studenti più “complicati” in attività di volontariato. Un metodo alternativo rispetto alle classiche sanzioni disciplinari come la sospensione e l'allontanamento da scuola, per inserire nel tessuto sociale ragazzi con difficoltà comportamentali, educandoli all’attenzione e ad una maggiore sensibilità verso gli altri. Il progetto, nato grazie alla collaborazione con l'Ufficio scolastico, il Laboratorio rieducativo giovani e società e l'Osservatorio sul volontariato regionale, sarà realizzato in via sperimentale a partire dal prossimo settembre in cinque istituti secondari delle province pugliesi. Destinatari gli studenti tra i 14 e i 18 anni, i più a rischio oltre che vicini alla commissione di un reato, anche se il fenomeno del bullismo è una piaga estesa già delle scuole elementari e spesso anche materne.
"Dobbiamo adottare i bulli, dobbiamo smontare il bullone che tiene in piedi questo stile comportamentale". Così ha detto il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, intervenendo alla presentazione del progetto. Una forma d’aiuto, la più grande manifestazione d’amore che si possa avere nei confronti di un figlio non proprio. "Una specie di pedagogia inclusiva - ha continuato il governatore - piuttosto che una punitiva".
Una vera e propria tabella stabilirà la durata dell’attività di volontariato: a un giorno di sospensione corrisponderà un mese di volontariato; a tre giorni, due mesi e a 15 giorni di sospensione sei mesi di attività nel sociale. Lo studente, inoltre, dovrà sottoscrivere una sorta di “patto etico” con l'associazione alla quale viene assegnato, scelta in base alle caratteristiche comportamentali del ragazzo. Sensazioni ed episodi più significativi della nuova esperienza verranno segnati su un personale diario di bordo.
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