2009-11-04 evidenziando, al contempo, una crisi economica sempre più crescente. Difficile sarà il compito che aspetta il nuovo Presidente della Repubblica, eletto appena 10 giorni fa, Giovanni Leone (nella foto). Nonostante siamo al 2 gennaio, in piena festività natalizia, con tutte le attività ferme, il calcio continua il suo spettacolo. A Bari oggi è atteso il Livorno.
Un Bari in serie positiva da 4 turni, ma ancora scottato dalla mancata promozione in A dello scorso campionato a seguito degli spareggi con Atalanta e Catanzaro, ci riprova nell’impresa. Le partite finora disputate, però, hanno evidenziato per i biancorossi un difetto di non poco conto: la scarsa tenuta nell’arco dell’intero incontro. In più di un’occasione, infatti, gli avversari ne hanno approfittato segnando e recuperando partite altrimenti perse.
Il mister del Bari, Toneatto (a destra nella foto), ha lavorato, per quello che ha potuto considerando il periodo festivo, sulla squadra e spera che oggi se ne vedano i frutti. In campo manda Spalazzi, Pasquale Loseto, Galli, Muccini, Spimi, Diomedi, Fara, Lopez, Mujesan, Pienti, Gottardo. In panchina, insieme al secondo portiere Colombo, siede Monterisi.
Balleri, allenatore dei livornesi, invece schiera Gori, Baiardo, Onor, Pardin, Bruschini, Calvani, Righi, Zani, Blasig, Vaiani, Achilli. In panchina Bertucco e Raffaelli.
Davanti a circa 9.000 spettatori arbitra il sig. Frasso di Caserta.
Dopo 7 minuti un pallonetto di Galli fa gridare al gol ma il tiro finisce di poco alto sulla traversa. All’11° è Galli a scendere sulla destra e a crossare: Lopez allunga di testa per Mujesan che tira al volo ma è pronto Gori a respingere in tuffo e a precedere il successivo recupero dell’attaccante biancorosso. Insiste ancora il Bari e al 17° Muccini lancia Spimi che verticalizza per Pienti. Il tiro del barese è deviato in angolo dal portiere amaranto. Il gol per i padroni di casa è nell’aria e, puntualmente, arriva 8 minuti dopo.
Siamo al 25°: l’azione si svolge sull’asse Fara-Diomedi-Gottardo con l’ala che provoca il fallo di mano del difensore livornese Onor. La punizione è battuta da Fara che, in area, pesca Pienti (qui a fianco nell'immagine): colpo di testa e Gori è spiazzato. Bari-Livorno 1-0.
Passano solo 4 minuti ed il Bari va vicino al raddoppio con Mujesan che, di testa, cerca di sorprendere il portiere avversario: provvidenziale la parata a terra sulla linea di porta. Alla mezzora un’azione di Fara strappa gli applausi al pubblico presente: un palleggio continuato si conclude con un gran tiro che sfiora di poco l’incrocio dei pali. Si fa vivo il Livorno solo al 39°: un angolo degli amaranto provoca una concitata azione in area barese. Blasig ci prova di testa con Muccini che respinge sui piedi di Righi. Il tiro del livornese viene respinto da Spalazzi con la palla sta per finire comunque in rete quando arriva Fara che, in mezza rovesciata, allontana liberando l’area. Proteste veementi dei livornesi che sostengono che il giocatore barese ha respinto il pallone quando questo aveva già varcato la linea di porta: l’arbitro non solo non condivide le proteste toscane ma ammonisce Blasig, fischiando la punizione a favore dei padroni di casa.
Nella ripresa, dopo un’azione conclusa di poco fuori da Mujesan, il Bari al 55° raddoppia. Loseto, dopo un contrasto vinto a centrocampo, lancia Galli che, a sua volta, serve Diomedi. Il biancorosso si libera prima di un avversario e poi scarta il portiere: prima di cadere trova la forza per mettere il pallone in rete vanificando l’intervento di Bruschini. Bari-Livorno 2-0.
Proprio mentre il pubblico chiede la terza rete, il Bari cala il ritmo e ripiomba nei soliti errori, dando così modo al Livorno di crescere e rendersi pericoloso. Nel giro di 3 minuti, al 58°, il Livorno accorcia le distanze: scatto sulla linea del fuorigioco di Achilli che si presenta davanti a Spalazzi. Il portiere barese ferma l’azione oltre il limite dell’area di rigore e provoca la punizione a favore degli amaranto. Il tiro, fortissimo, di Blasig (a sinistra) e solo intercettato da Spalazzi: sulla palla si lancia Vaiani (in alto, a destra, nella foto) che ribatte indisturbato in rete. Bari-Livorno 2-1.
Il Bari, accusato il colpo per il gol subito, si chiude nella propria metà campo mentre il Livorno intravede la possibilità del pareggio. Toneatto corre ai ripari e al 79° cambia Gottardo con Monterisi, sperando che la sostituzione possa vivacizzare il gioco della sua squadra. Ma i frutti non sono quelli sperati. La situazione si complica prima con Fara, che subisce un calcio alla caviglia e conclude la sua partita zoppicando, e poi con lo stesso allenatore che, sorpreso in campo a dare direttive a Monterisi, viene espulso dall’arbitro. Gli ultimi minuti sono giocati con il cuore in gola e solo il fischio finale salva il Bari dalla possibile capitolazione.
Gli applausi, alla fine del pubblico barese sono tutti per Mario Fara, il migliore in assoluto, instancabile nell’elaborazione della manovra, utile sia in difesa che in attacco. Provvidenziale il suo intervento sulla linea che ha salvato il risultato.
Nello spogliatoio barese l’aria è contemporaneamente dolce e amara. Si sentono le urla di Toneatto ai suoi giocatori, evidentemente ancora deluso per l’ennesima partita giocata parzialmente. Davanti ai microfoni, comunque, maschera benissimo la delusione pensando ai 2 punti conquistati. Sollecitato dai giornalisti nel fare nomi di giocatori che lo hanno maggiormente deluso non si tira indietro e indica i giovani della squadra senza esperienza: in particolare, a suo dire, Lopez (qui a fianco) dovrebbe essere più sfrontato, meno timoroso di sbagliare.
Sul versante livornese Balleri si aspettava un Bari più forte. Proprio come i tifosi biancorossi che speravano nell’anno nuovo e in un Bari diverso.
La partita va in archivio. Il Bari deve preparare la trasferta di Catania, su un campo dove solo i livornesi sono riusciti a passare quest’anno, mentre i toscani aspettano il Foggia, squadra ancora a secco di vittorie in trasferta. Il campionato è ancora lungo ed è presto per pensare ai verdetti finali. Cosa succederà domenica prossima è, come sempre, un’altra storia.
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