Lo attendeva Ventura per completare una batteria offensiva povera di chili e centimetri. E l'hanno atteso pure i cronisti. Fino all'una e mezza, con largo ritardo rispetto all'orario previsto per la presentazione alla stampa. Colpa (o merito, lo dirà solo il tempo) dello specifico allenamento a lui riservato da Ventura all'antistadio. Giusto per calarsi subito negli schemi sconosciuti a chi, come Ferdinando Sforzini, nel Bari è arrivato solo ora. Ma che in maglia biancorossa dovrà sfangare da subito, forse già con l'Empoli in coppa, complici squalifiche e convalescenze dei compagni di reparto.
"Bari è l'occasione che aspettavo - rivela il ventiquattrenne centravanti romano, reduce anch'egli da una stagione ad Avellino come gli altri neobiancorossi Koman, Pepe, Visconti e Padelli - Cercavo un'opportunità in serie A e per questo avevo congelato per il momento proposte per rimanere fra i cadetti". La società biancorossa l'ha prelevato in prestito dall'Udinese, con diritto di riscatto della metà. Ed In Puglia, nonostante l'agguerrita e qualificata concorrenza, Sforzini vorrebbe restarci a lungo: "Magari per l'intera durata del contratto. Oltre alla stagione che sta per cominciare, l'opzione è per altri tre anni, qualora dovessi fare bene con questa maglia. Le partite che vorrei giocare a tutti i costi? Nessuna in particolare: valgono tutte tre punti. Anzi, no: quelle contro le romane avrebbero un fascino particolare per me, che sono laziale ed ho seguito diversi derby dalla Curva Nord". Il neobiancorosso ha pure rassicurato i tifosi sulle sue condizioni fisiche: "Ho svolto la preparazione con l'Udinese, sto bene. Sono pronto a dare il massimo e mettere in difficoltà Ventura per giocare più gare possibile".
Anche a Bari, dove Sforzini ha già segnato (con il Verona) e fallito un rigore decisivo (con il Modena), sulle spalle dell'attaccante ci sarà il novantanove, scippato a Kamatà. Il francoangolano avrebbe barattato il suo numero di maglia con una bottiglia di champagne, dopo aver già ceduto la maglia numero dieci a Barreto. "Novantanove è il numero che ho sempre avuto da quando milito in B, tranne che a Vicenza - ha spiegato il nuovo centravanti biancorosso - Nove è il mio numero fortunato. Meglio averne due, no?"
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