È un Langella carico e positivo quello che si presenta nella sala stampa dello Stadio San Nicola. Il centrocampista di origine napoletana, ma sardo di adozione (il padre si trasferì in Sardegna per lavoro quando lui aveva 10 anni), parla a ruota libera della stagione alle porte con la voglia di ben figurare che gli si legge negli occhi. “Ci stiamo preparando al meglio per iniziare bene. Ventura pare contento perché finora abbiamo fatto le cose che ci ha chiesto. Dopo un mese di ritiro è difficile fare tutto bene. Sarà un Bari che darà battaglia e che giocherà per vincere”. L’esterno poi svela anche una differenza del modulo di Ventura rispetto a quello di Conte: “ È un modulo nuovo per i difensori. L’anno scorso si cercavano più gli esterni, quest’anno si cercano più i centrali. La prima azione, infatti, la impostano i due centrali”. A chi gli chiede se questo Bari ha bisogno di ulteriori rinforzi: “Chi sta giocando in questo momento sta facendo bene. Non sta a me dire se vanno fatti altri acquisti. Aspettiamo da sabato altre risposte”. Al settimo anno in serie A, con sei salvezze consecutive alle spalle tra Cagliari, Atalanta e Chievo, ha ben chiara la formula per ottenere la salvezza: “La chiave per la salvezza è partire subito bene. L’anno scorso, col Chievo, è stato un vero miracolo. Bari manca in A da anni, c’è il gruppo dell’anno scorso, c’è entusiasmo, si corre tantissimo. La squadra ha tanta voglia di fare, siamo tutti amici.
Gli altri ragazzi hanno fatto inserire benissimo nel gruppo noi nuovi. Se facciamo quello che il mister ci chiede, saremo la rivelazione”. Langella rassicura tutti per quanto riguarda le sue condizioni fisiche: “In ritiro ho avuto problemi per una settimana e mezza, facevo fatica a spingere nella corsa. Per la prima volta ho avuto problemi all’adduttore. Ora non sento dolore anche se accelero nella corsa”. Il laterale poi analizza l’evoluzione del suo ruolo negli ultimi anni e le difficoltà incontrate nell’ultima stagione a Verona, sponda Chievo: “Ho segnato 2 goals lo scorso anno. All’inizio Iachini giocava col 4-3-3 poi con Di Carlo è cambiato tutto. Nel suo 4-3-1-2 era impossibile giocare per me, però la squadra in quel momento stava facendo bene con quel modulo. A livello di goals – continua Langella - ho fatto il mio miglior anno a Bergamo. Ho sempre fatto l’attaccante nel 4-3-3, ma nel 4-4-2 di Del Neri mi sono trovato bene. Ho imparato anche a difendere visto che Del Neri mi chiedeva di fare tutta la fascia.” Per quanto riguarda l’esperienza ad Udine, dove è approdato nell’estate del 2008 firmando un quinquennale, non serba rancori: “Ad Udine sono arrivato quando Di Natale era in partenza. Quando Di Natale,
che è un grande giocatore, è rimasto all’Udinese, io non volevo fare la panchina. Così ho parlato col presidente Pozzo chiedendo la cessione, anche se lui, contrariato, non era d’accordo”. Sul compagno che più lo ha impressionato risponde con sicurezza: “Mi ha fatto una buona impressione Meggiorini. Vede molto bene la porta. Per me è un giocatore da grande squadra. Poi ci sono anche Ranocchia e Bonucci che faranno bene”.
L’ottimismo di Langella è contagioso. Il Bari può contare sicuramente su un giocatore fortemente motivato nella dura lotta per la salvezza.
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