È il 25 maggio del 1997: si preannuncia un delicatissimo match di testa-coda al Renzo Barbera.
Il Palermo si trova con l’acqua alla gola: la sua posizione di classifica non ammette ulteriori passi falsi. La vittoria manca da 2 mesi ed è in piena zona retrocessione. Al contrario il Bari è lanciatissimo verso la zona promozione: manca poco e serve vincere per scavalcare il Genoa e mettersi una posizione comoda per le restanti 3 partite. Nonostante queste premesse lo stadio si presenta con larghissimi vuoti tanto da far registrare il record negativo stagionale di presenti: poco più di 5.000 spettatori (5.523 per la precisione, abbonati compresi) si accomodano sulle gradinate dello stadio siciliano. Segno di una sfiducia oramai dilagante per la squadra di Vitali.
Il mister siciliano ha problemi di formazione: ovvia alle molte assenze importanti (Biffi, Campofranco, Di Già, Galeoto) schierando Amato in porta, Lucenti, C. Ferrara, Ciardiello e Caterino sulla linea difensiva, Compagno, Tedesco, Barraco e Favi a centrocampo, Vasari e Saurini in attacco. Praticamente il classico 4-4-2.
Fascetti, per conto suo, è costretto a rinunciare a Guerrero ma la panchina lunga lo lascia tranquillo. In campo scende con il modulo 1-3-4-2 che prevede il libero dietro la linea dei difensori. La formazione è Fontana tra i pali, Montanari libero, Manighetti, Ripa e Garzya in difesa, Olivares, Volpi, De Ascentis e Ingesson a centrocampo, Di Vaio e Ventola in attacco.
La giornata è calda. Arbitra il romano Rodomonti (a destra, nella foto).
La differenza in classifica non si nota: all’inizio della partita il Palermo parte forte e chiude il Bari in difesa. I tifosi rosanero incitano, ma la squadra non concretizza il volume di gioco prodotto. Come spesso succede quando si sbaglia si subisce. Il Bari alla prima occasione a disposizione passa in vantaggio. E’ il 20°: un tocco di testa di Ingesson permette a Olivares, tenuto in gioco da Ciardiello con una difesa siciliana alla quale non riesce il fuorigioco, di battere Amato con un preciso diagonale. Il primo tempo si chiude con il Bari che controlla agevolmente i tentativi di attacco dei palermitani.
La ripresa comincia con Vitali che sostituisce Ciardiello con Mascara cercando, così, una maggiore spinta mentre il suo collega Fascetti, dopo 5 minuti, toglie un abulico Di Vaio (mai in partita) con Giorgetti(nella foto, a sinistra). Passano 8’ ed il Palermo è in 10: una scorrettezza di Favi (già ammonito) gli costa l’espulsione. La partita si fa, così, in salita ma ci pensano Giorgetti e Flachi, ben serviti in entrambi i casi da Ventola, a graziare il Palermo dalla capitolazione. Il mancato raddoppio per il Bari galvanizza i siciliani che al 72° pareggiano: cross di Lucenti, tiro di Mascara che rimpalla su Ingesson. Il pallone vagante finisce sui piedi di Saurini che insacca: 12^ rete per l’attaccante rosanero. Il Palermo, conquistato il meritato pareggio, si galvanizza: in quattro minuti arriva al tiro tre volte con Vasari, Compagno e Caterino ma Alberto “Jimmy” Fontana si fa trovare sempre pronto.
Terminata la sfuriata siciliana è il turno di un giovanissimo attaccante barese, Nicola Ventola: lunghissima fuga sulla fascia di uno scatenato Giorgetti. Il centravanti si sbraccia in area per farsi vedere: cross e puntuale colpo di testa dell’ariete biancorosso. E’ il gol vittoria per il Bari e il Genoa, bloccato a Foggia, è superato.
Un Bari fortunato e contemporaneamente cinico viola Palermo dopo ben 52 anni: una fortuna riconosciuta sia da Fascetti che da tutta la squadra a fine partita. Ma non c’è tempo per pensare. Manca poco al termine del campionato: solo 3 partite, la prima delle quali in casa contro il Padova. Una partita che potrebbe valere moltissimo per la promozione in serie A anche perché, in contemporanea, il Genoa in casa riceve l’Empoli, squadra - anche lei – interessata a salire nella massima serie.
Ma questa è un’altra storia.
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