Quattro scudetti consecutivi. Il miglior organico. Un allenatore dal carisma assoluto. Questa è l’Inter schiacciasassi degli ultimi anni. Una squadra ben diversa da quella goffa e perennemente alla ricerca di se stessa che il Bari riuscì a battere ripetutamente nella seconda metà degli anni 90.
L’Inter è la squadra favorita per la vittoria di questo campionato. Moratti ha dichiarato espressamente di volere il quinto scudetto consecutivo per entrare definitivamente nella storia. Mourinho cercherà di accontentarlo benché i suoi silenzi abbiano fatto più notizia delle sue parole durante il calciomercato estivo.
L’Inter è cambiata parecchio rispetto alle ultime stagioni. Ibrahimovic si è trasferito al Barcellona, dopo un tira e molla durato mesi. Maicon è stato a lungo nel mirino del Real Madrid, ma alla fine i "galacticos" non hanno ritenuto di dover spendere la cifra richiesta da Moratti. Maxwell è stato ceduto al Barcellona. Sono arrivati Lucio dal Bayern Monaco, Milito e Thiago Motta dal Genoa e, soprattutto, Eto’o dal Barcellona nell’ambito della cessione di Ibrahimovic. Quattro acquisti pesanti che hanno ancor di più aumentato il peso fisico e qualitativo della squadra di Milano. Senza considerare che a completare il parco attaccanti è arrivato anche il giovane attaccante austriaco Arnautovic, promessa del calcio mondiale, attualmente in fase di ripresa da una frattura da stress al piede destro.
Eppure Mourinho non è sembrato totalmente soddisfatto. Aveva richiesto i suoi pupilli Carvalho e Deco, che però sono rimasti al Chelsea, era convinto che Ibrahimovic rimanesse a Milano, aveva bisogno di un trequartista puro che fino a questo momento non è stato ancora acquistato. In questo senso i nerazzurri stanno trattando l’olandese del Real Madrid Wesley Sneijder. Mentre Moratti dichiara di aver condotto il miglior mercato della sua ultradecennale gestione, Mourinho rimane in silenzio, non totalmente soddisfatto, e si concentra nelle solite schermaglie verbali con gli addetti ai lavori del calcio italiano.
Gran personaggio l’allenatore portoghese. Un fenomeno mediatico. Uno splendido gestore delle dinamiche dello spogliatoio, più che un innovatore tattico del calcio. Il suo arrivo nel calcio italiano ha portato una ventata di novità e ha spazzato via la noia delle banalità delle solite dichiarazioni prestampate, incolori e senza emozioni degli allenatori italiani. Nato per fare spettacolo e fare discutere, almeno a parole, Mourinho ha dalla sua parte anche i risultati ottenuti nella sua carriera da allenatore, benché le squadre da lui allenate non abbiano mai brillato per gioco spettacolare.
Tatticamente l’Inter si schiera in campo con un 4-3-1-2, variante di quel 4-3-3 che Mourinho ha cercato di impostare nella scorsa stagione ma che ha dovuto accantonare per il fallimento degli esterni d’attacco a sua disposizione, Mancini e Quaresma su tutti. La squadra nerazzurra ha una strapotenza fisica difficilmente arginabile. Ogni reparto ha atleti straordinari, fisicamente superiori a quelli di qualsiasi squadra del campionato italiano. Più che il gioco di squadra stupisce la compattezza dell’Inter. Difficile, quasi impossibile, trovare un punto debole. Forti nel gioco aereo e veloci in attacco, qualche piccolo difetto si può ricercare in una mancanza di fantasia nel settore centrale del campo. Ma si tratta, appunto, di trovare l’ago nel pagliaio.
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