L'Inter torna sul terreno di gioco con maggior convinzione e preme alla ricerca del vantaggio che non tarda ad arrivare. L'arbitro Russo di Nola concede un penalty per un contatto su Milito che Eto'o trasforma, spiazzando Gillet. Il Bari sembra aver perso quella sicurezza che ha contraddistinto la prima parte di gara. Fuori Allegretti e Sforzini, dentro Rivas e Langella per cercare di impensierire i campioni d'Italia.
Ma è sempre Gazzi a portare la croce: sopra le righe la prestazione del rosso di centrocampo, corre in lungo e il largo, è il punto di riferimento attraverso il quale passano tutti i palloni. Diga insuperabile, vince il duello a distanza con il dirimpettaio Motta, arginando quasi tutte le trame di gioco dei nerazzurri.
La squadra non demerita affatto al cospetto degli avversari, sicuramente dotati di un tasso tecnico di prim'ordine. Ventura cerca di smuovere la situazione invertendo Alvarez con Rivas sulle fasce di competenza ma la scelta non produce nulla di importante in prima battuta.
Quando la gara sembra scivolare senza sussulti, è Kutuzov a far esplodere i 7.000 sostenitori biancorossi. Freddo l'attaccante di fronte all'estremo Julio Cesar, che non può far altro che raccogliere la palla che termina la sua corsa in fondo alla rete.
1-1 ed equilibrio ristabilito, con conseguente boccata d'ossigeno per il morale dei biancorossi che minuto dopo minuto prendono sempre più convinzione e creano su rimessa dei seri pericoli alla retroguardia dell'Inter. Rivas e Alvarez si trovano a meraviglia negli spazi larghi, coadiuvati da un concreto Kutuzov che smista palloni con una naturalezza disarmante.
Un punto importantissimo conquistato che premia la concentrazione dei galletti, per nulla timorosi sul campo dei campioni d'Italia. E premia anche l'occhio esperto di Ventura, abile sia nell'impostazione della gara che nei cambi effettuati in corso d'opera. E se all'ultimo minuto Rivas avesse alzato la testa...avremmo parlato di un epilogo da sogno.
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