Alla vigilia dell'esordio di campionato contro la Juventus, abbiamo raggiunto Nicola Legrottaglie, difensore centrale adesso in forza alla Juventus ma con un passato nelle giovanili del Bari.
Nicola Legrottaglie è nato a Gioia del Colle il 20 ottobre del 1976. Ha iniziato a giocare a calcio nel 1994 nelle giovanili del Bari, con cui nel 1996 vince anche il torneo di Viareggio. Dopo tanta gavetta sui campi della Pistoiese, Prato, Modena, passa al Chievo dove esordisce in serie A nel 2001, anno della storica promozione della squadra clivense. Le sue prestazioni sono di alto livello, conquistando la Nazionale e la maglia della Juvenutus nel 2003. Ma a Torino non vive il suo miglior momento, complice anche la stagione della squadra negativa, perciò al termine di essa viene ceduto in prestito prima al Bologna e l’anno successivo al Siena, squadra in cui ritrova se stesso, sia calcisticamente sia a livello spirituale. A Siena conosce Tomas Guzman, un "Atleta di Cristo" che gli ha permesso una rinascita spirituale e di avvicinarsi alla chiesa evangelica, ma soprattutto di tornare a giocare ad alti livelli. Dalla stagione 2006 è tornato a giocare con la maglia della Juventus.
Dopo la vittoria di ieri contro lo Sturm Graz, con che atteggiamento affronterete il Bari? La stanchezza potrebbe incidere sul risultato o tipo di partita che imposterete?
Vincere aiuta a vincere... La Juve è abituata a giocare su più fronti. Abbiamo tantissima voglia di dimostrare il nostro valore e tornare a dare soddisfazioni ai nostri tifosi. Ci sono tutti i presupposti positivi, vediamo.
Come giudichi il calcio offensivo attuato dal tecnico biancorosso Giampiero Ventura, nella scorsa stagione? Delneri vi ha fatto rivedere il 3 a 1 impartitovi dai Galletti la scorsa stagione, o è stata impostata la gara in maniera totalmente differente?
È risaputo che il Bari ha giocato nella scorsa stagione un calcio spettacolare condito anche da buoni risultati. Poi, però, è calato nel girone di ritorno, ma per essere una neopromossa ha fatto un grandissimo campionato e credo abbia ottenuto un risultato storico. Quanto a noi, Delneri non ci ha fatto rivedere nessuna partita del passato, ma siamo totalmente consapevoli che dobbiamo impostare noi la gara, esprimere quanto il mister ci richiede negli allenamenti e, appunto, giocare da Juve.
Vedere il San Nicola tutto esaurito non ti farà emozionare o venire qualche rimpianto perché avresti potuto giocare e far parte anche tu di questa squadra, differente dalla Juve quanto a titoli vinti, ma pur sempre una grande piazza? Valuteresti l’ipotesi di tornare a giocare nella squadra della città dove hai mosso i primi passi da calciatore?
Certo, vedere il San Nicola tutto esaurito fa sempre un certo effetto, anche da avversario, ma comunque non ho alcun rimpianto. Ora sono un giocatore sotto contratto con la Juve. Tra qualche anno, però, se dovesse arrivare ipoteticamente un chiamata, sarei onorato di chiudere la carriera laddove per otto anni ho iniziato a giocare a calcio, vincendo anche il Torneo di Viareggio. Sarebbe sicuramente un bell’ impatto vestire la maglia del Bari, staremo a vedere cosa succederà...
Dopo uno splendido campionato in maglia biancorossa è sbarcato alla corte di Delneri Leonardo Bonucci: credi sia pronto per il salto di categoria? Quali consigli hai già dato al tuo compagno di reparto per farlo integrare al meglio in una squadra prestigiosa come la Vecchia Signora d’Italia?
Bonucci è un giocatore di grandissimo potenziale e con ampio margine di miglioramento. Consigli? Non ne ho dati, per ora, anche perché chi arriva alla Juve, squadra blasonata, è a un punto di arrivo e non su un trampolino di lancio. I giovani arrivati quest’anno si stanno integrando sempre di più e senza pressioni grazie al mister ed ai compagni più esperti.
Cambiamo decisamente argomento. Sei un uomo che si definisce appartenente a Dio, di grandissima spiritualità e fede. Anche nel tuo ultimo libro: "Cento volte tanto" ti poni la seguente domanda: "Come posso accettare me stesso per quello che sono, con tutti i miei limiti?". A tal proposito mi viene spontaneo chiederti: ci sono diversi ragazzi che si affacciano al mondo del calcio professionistico in età molto giovane e sono subito travolti da fama, successo e tanti soldi; come credi possano affrontare al meglio questo nuovo mondo in cui potenziali distrazioni o stili di vita portati all’eccesso sono dietro l’angolo?
Credo in generale che i giovani di oggi non stiano attraversando il momento migliore. In particolare, per ciò che riguarda il contesto calcistico, i giovani vengono facilmente ingannati dal successo e da ogni genere di ricchezza materiale che ne derivi…È sempre più frequente ascoltare di casi di depressione fra ragazzi che affrontano anche campionati di serie inferiore. Nel mio libro, lancio un messaggio chiaro ai giovani calciatori: se mai dovessero riconoscere di vivere un momento di difficoltà, dovrebbero trovare la forza di reagire e di farsi aiutare da gente saggia ed esperta. Mi rivolgo con un appello anche a voi della stampa affinché, visti i mezzi da voi in possesso, riusciate a dare una mano ai giovani del futuro, sensibilizzando maggiormente le loro problematiche. Personalmente cerco sempre di rendermi disponibile per incontrare i giovani e raccontare loro la mia esperienza di vita, in cui ho incontrato il Signore e ho ritrovato la via maestra. Il Creatore ci ha dato la vita, non bisogna sprecarla, ma viverla in modo equilibrato, coltivando i nostri sogni, senza mai dimenticare gli insegnamenti del nostro Signore Gesù Cristo.
|