Al termine della serata in onore di Franco Mancini abbiamo intervistato, Gigi Garzya, ex capitano del Bari, con cui ha totalizzato 116 presenze, compagno di squadra e caro amico del "giaguaro" per tre stagioni a cavallo tra fine anni Novanta e Duemila. Garzya fino alla stagione 2009-2010 ha ricoperto il ruolo di vice allenatore al Crotone guidato da Leonardo Menichini.
Termina una serata che ha fatto rivivere tante emozioni, grazie alle testimonianze degli amici di Franco Mancini e di chi ha avuto modo anche di incrociarlo nella sua carriera. Cosa si può aggiungere?
Le parole, in tali casi, non basterebbero ma è stata una bellissima serata in un città che a livello sportivo ha regalato molto a Franco e lui stesso ha dato tanto nell’arco di tempo in cui ha giocato. Per me, che sono stato suo amico e lo sarò per sempre grazie all'esperienza barese, rimarrà un ricordo indelebile.
Qual è stata la prima sensazione quando l’hai conosciuto?
L’impatto non era stato dei migliori perché inizialmente avemmo subito uno screzio. Ma poi siamo diventati molto amici e siamo stati sempre uniti, anche fuori dal rettangolo verde. Tanti ricordi mi legano lui, un uomo di poche parole, ma che trasmetteva tanto anche con il semplice sguardo. Era appassionato di musica reggae ed una volta che eravamo a Londra assieme ricordo che giravamo quasi dalla mattina alla sera, in negozi per comprare dischi in vinile di Bob Marley. Ricordi anche in questo caso fantastici che converserò per sempre con me. Alcuni ne ho avuti modo di raccontarli durante la serata, altri li conserverò per sempre con me. Insomma (con voce commossa, ndg), un ragazzo davvero speciale.
La sua unica macchia, calcisticamente parlando, non essere mai stato convocato in nazionale?
Per me è stato uno dei più forti, gli è appunto mancata solo la convocazione. Ma lui non ha mai avuto nessun rimpianto e dato sempre tutto, sia quando scendeva in campo sia quando si allenava che era l’ultimo ad andarsene. Ha rivoluzionato il ruolo di portiere giocando quasi da libero, ai tempi del Foggia. Poi con Fascetti fu arretrato, ma il suo carisma, la sua sicurezza tra i pali, risultava essere un punto di forza per i suoi difensori. Un atleta esemplare di esempio per le nuove leve e che stava dimostrando il suo valore anche nella sua breve carriera da vice allenatore e da allenatore dei portieri.
Una pillola sul Bari di Vincenzo Torrente partito con tre vittorie consecutive, quattro punti e gap momentaneamente annullato.
Si un Bari che è partito con la giusta rabbia e determinazione. Mi auguro possa tornare presto su palcoscenici che gli spettano e che io stesso da ex del Bari ho vissuto, levandomi soddisfazioni incredibili andando a vincere su campi molto difficili.
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