Il Bari e la Fiera del Levante. Un tempo si sfioravano la prima domenica di settembre, dividendo le famiglie: mamma e figlia alla campionaria, padre e figlio al Della Vittoria, per la prima casalinga dei biancorossi. Oggi, invece, da tre anni ormai, si incrociano di mercoledì, in Fieramente Bari, la manifestazione curata e condotta dal giornalista Massimo Longo. Uno che l'operazione simpatia avviata quest'anno dalla società biancorossa, fra lungomare e vicoli di Barivecchia, l'aveva già coltivata di suo, prima ancora che le note vicende di Scommessopoli allontanassero la squadra dai suoi tifosi, più di quanto non avessero già fatto i risultati sportivi. Quest'anno serviva ancora di più, ricompattarsi in una sala Olmo gremita: giocatori, tecnici, staff e tifosi, tutti assieme in pochi metri, con la benedizione della dirigenza della Fiera e e del direttore generale del Bari, Claudio Garzelli. “Gli allenamenti nel centro della città e la messa a disposizione degli abbonamenti per le famiglie indigenti sono tutte iniziative partite dai giocatori, con grande spontaneità. La squadra sente il bisogno di riavvicinarsi ai tifosi, non solo attraverso le vittorie” ha ricordato il dirigente biancorosso, che ha poi fatto scinvolare il suo intervento sul fronte societario: “Siamo qui, nel cuore dell'imprenditoria barese, a disposizione di chi abbia a cuore le sorti del Bari Calcio ed intenda offrire il suo contributo”. Poi, i giocatori, tutti applauditi e festeggiati, compesi i pochissimi destinatari di qualche fischio allo stadio: flash con Ceppitelli e Bellomo, ovazioni per Iunco e capitan Caputo.
“Ho seguito trentacinque Bari, nella mia carriera di cronista – ha osservato il giornalista Franco Cirici, chiamato da Longo accanto a sé, in rappresentanza della categoria, assieme ai colleghi Antonio Guido, Enzo Tamborra e Antonello Raimondo – Non so dove potrà arrivare questo gruppo, ma posso affermare con sicurezza che questo Bari è il più pulito che abbia mai visto”. Ma Fieramente Bari è anche e soprattutto una finestra su un passato felice e di forte impatto emotivo. Chi non è potuto intervenire di persona, come hanno fatto Edi Bivi, indimenticato bomber del Bari di Bolchi ("I miei gol sono stati importanti sono se hanno regalato un po' felicità a qualcuno"), e Salvatore Guastella, l'ha fatto per telefono, come il campione del mondo Gianluca Zambrotta e Carletto Perrone, protagonista di un gustoso siparietto con Torrente: “Auguro a Vincenzo di potersi sedere sulla panchina della nazionale – si è augurato l'ex ala destra del Bari di Salvemini – Così io potrò accomodarmi su quella biancorossa”.
Già, Torrente. O meglio, “Dolcenera” Torrente, come ama definirlo Massimo Longo, dal nome delle piene torrenziali genovesi cantante da De Andrè: “Questa squadra vuole dare di sé un'immagine pulita – ha ribadito il tecnico, paragonato dallo storico biancorosso Gianni Antonucci a Lauro Toneatto (una promozione in A sfiorata, nel 68/69) – Gli obiettivi? Salvezza e valorizzazione dei giovani”. Sì, perchè per vincere c'è sempre tempo, se si ritorna tutti assieme. E Fieramente Bari ce l'ha ricordato una volta di più.
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