Una cosa è certa: un Ventura così non si era mai visto. Scuro, lapidario, visibilmente infastidito. Per il tecnico ligure è forse il momento più delicato da quando è sulla panchina del Bari. Non tanto per una classifica che tiene ancora i biancorossi un punto sopra la linea rossa, in nobilissima compagnia, quanto per le aspettative della piazza. Esagerate, lascia intendere l'allenatore biancorosso senza dirlo, soprattutto in relazione a quanto ottenuto dal suo arrivo. “Ho messo piede a Bari – ha tenuto a precisare una volta di più – fra lo scetticismo generale. Avevo promesso che avremmo lottato per salvare questa squadra che era stata data per spacciata da tutti e abbiamo centrato l'obiettivo. Pure sul fronte economico. Ma poi è subentrato di nuovo lo scetticismo: Almiron e Barreto erano dati per sicuri partenti ed invece son rimasti. Ora siamo punto e a capo, per la terza ed ultima volta. Abbiamo gli stessi punti dell’anno scorso: allora eravamo straordinari, oggi una squadra a rotoli”.
Nel mirino di Ventura una piazza di cui l’allenatore ha più di una volta denunciato gli sbalzi di tensione. Passione tanta, ma pure scarso equilibrio nella valutazione dei propri beniamini. “I tifosi chiedono meno parole e più fatti? – puntualizza riprendendo l’obiezione di una cronista – Le parole sono stato costretto a farle, per mille motivi, i fatti credo di averli fatti finora. E continuerò a farli. Probabilmente farò meno parole in seguito, come da consiglio. In attesa di dire le ultime, il giorno in cui lascerò questa città”.
Più che un addio anticipato, ad onor del vero, lo sfogo profuma di provocazione. Affinché non si perda mai di vista lo spartito iniziale: “Rispetto l’opinione di tutti ma il mio dovere rimane uno ed un solo: salvare il Bari. Perché salvarlo significa permettergli di sopravvivere, di iscriversi al campionato, di non farlo sparire dal calcio che conta. L’avversario di stasera? Mi hanno pure consigliato di non parlar troppo bene delle squadre avversarie. Di fronte avremo Gilardino, Cerci, Santana, De Silvestri e via dicendo. E li affronteremo probabilmente senza Almiron e Barreto. Giudicate voi. Chi pensa che non sia difficile è un presuntuoso. Ed io di vincenti e presuntuosi non ne ho mai conosciuti. La rabbia e l’adrenalina dell’anno scorso, ecco cosa serve: allora sì che potremo tornare a vincere contro chiunque”.
La formazione? La farà il medico. Più alte le probabilità di schierare dall’inizio Almiron (in dubbio per un pestone rimediato nell’allentamento di giovedì) che Barreto, sottoposto ieri a risonanza magnetica per la caviglia contusa. In preallarme Pulzetti (e non Gazzi) a centrocampo e Castillo in attacco. Sulla fascia destra rientra Alvarez, al posto di un Rivas apparso involuto.
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