396. Sono i minuti che il Bari non segna. E quando non segni non vinci, nella migliore delle ipotesi – come oggi – può scapparci il pareggio. Solo che il pareggio, specie se casalingo, muove poco la classifica e quando – come oggi – le avversarie vincono (Reggina e Vicenza) la faccenda si complica a tal punto che la zona “retrocessione diretta” si avvicina ad un solo punto. Ma non è solo la classifica a complicarsi: si è reso difficile soprattutto lo stato psicologico della squadra, oramai in preda ad una paralisi, ad una paura recondita di non farcela, bloccata ai limiti dell’area di rigore oltre il quale c’è il buio. Una paralisi aggravata da un ambiente ibernato: lo stadio è quasi sempre vuoto, privo anche di una parte di abbonati, stanchi di assistere ad un film già visto. E chi riesce ancora, tenace fino all’ultimo, a salire i gradoni del San Nicola consuma la sua voce per gridare la sua insoddisfazione. Senza dimenticare i rumors che hanno investito il Bari negli ultimi giorni, con gli stipendi a rischio e con la possibile ennesima penalizzazione: tutto scongiurato all’ultimo momento, ma di certo questa situazione precaria non aiuta nessuno.
Il Bari di oggi è questo. Aveva illuso tutti all’inizio del campionato con quella partenza sprint che gli aveva permesso di recuperare in tempo record la penalizzazione, sta deludendo tutti per come si è sgonfiato negli ultimi 2 mesi e mezzo durante i quali ha disputato 10 partite conquistando 8 dei 30 punti a disposizione. E pensare che ha avuto praticamente l’intero mese di gennaio per ritrovare la forma che si era fatta sempre più precaria, ma non è servito. Nello stesso periodo la dirigenza ha fatto quello che ha potuto per dare a Torrente qualche arma in più a disposizione, ma quando non ci sono abbastanza soldi da spendere i risultati, in termini di arrivi, sono sotto gli occhi di tutti. Se a tutto questo si aggiungono anche delle decisioni alquanto discutibili (oggi al Bari serviva la vittoria, eppure ad un quarto d’ora dalla fine, al posto di Romizi, Torrente ha fatto entrare un difensore - Dos Santos – lasciando in panchina Galano e Iunco, tanto da far pensare a più di qualcuno che era subentrata la paura di perdere), il quadro è completo.
Quale futuro attende il Bari non è dato sapere: il programma societario, sbandierato ad agosto, prevedeva la salvezza ma di questo passo sarà estremamente complicato raggiungerla. Serve che qualcuno alzi la voce. Invece c’è tanto silenzio.
E’ il 3° pareggio tra Bari e Crotone in Puglia, il 2° per 0-0. Con questo pareggio per il Bari sono 5 le partite in questo campionato senza vittoria (3 pareggi e 2 sconfitte). In totale sono 446 i pareggi per il Bari in casa, relativamente a partite di campionato, dei quali 151 al San Nicola. Con il punteggio di 0-0 i pareggi sono in totale 205, dei quali 59 al San Nicola.
Per Torrente si tratta del 23° pareggio in 68 panchine con il Bari (ha anche 22 vittorie e 23 sconfitte). La sua media punti è 1,31 a partita che lo colloca al 29° posto nella classifica generale degli allenatori del Bari (dietro l’argentino Hugo Lamanna con 1,33 e davanti a Gaetano Salvemini, all’austriaco Anton “Tony” Cargnelli e ad Attilio Perotti con 1,30).
Ammoniti questo pomeriggio Fedato (5^ sanzione) e Romizi (11° cartellino giallo). Per il giovane centrocampista aretino scatterà la squalifica.
Anche questo pomeriggio si sono avuti 185 paganti, come per la partita Bari-Varese, quindi record negativo stagionale eguagliato. Il totale degli spettatori per questo campionato sale così a 86.762 con una media a partita di 6.197 spettatori, mentre nel campionato passato la media finale fu 5.267. Ma l’anno scorso c’erano meno abbonati (1.397 in meno).
Primo pareggio per il Bari con l’arbitro romano Federico La Penna. Si interrompe così la serie di vittorie iniziata il 6 ottobre in casa contro il Vicenza (1-0) e proseguita il 17 novembre a Lanciano (0-3).
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