E’ un Torrente senza voce ed emozionato che si è presentato in conferenza stampa davanti ai giornalisti che gli hanno rivolto un applauso sincero e sentito: “Grazie a tutti voi, grazie ai tifosi di questa squadra, ai miei ragazzi che non hanno mai mollato ed alla società che mi ha dato la possibilità di allenare in questa piazza calda, di cui andrò per sempre fiero. Se dovessi andar via, sarà solo un arrivederci, perché sogno di vincere qui con il Bari”. Il suo è contratto in scadenza a giugno, ma tutto può ancora accadere e dopo l’ultima di campionato ed un colloquio chiarificatore con la dirigenza, potrebbe essere siglato un rinnovo insperato, stavolta per una stagione vincente: “Sognare non costa nulla. Ma vi ho già detto che vorrei alzare la mia asticella e puntare a vincere. Perciò mi auguro che a fine stagione, ci sia in ogni caso un colloquio con la società per parlare dell’annata che è stata, del mio operato e di eventuali programmi futuri”.
La compagine pugliese sul campo ha ottenuto l’undicesima vittoria, la seconda in rimonta in casa sebbene in palio non ci fossero punti salvezza: “Abbiamo commesso due ingenuità: una ci è costata il loro vantaggio, sebbene avessimo avuto più occasioni del Cesena: Campagnolo si è proprio superato quest’oggi. L'altra ingenuità è stata commessa in occasione del rigore, ma Pena, da vero professionista, pur non avendo mai giocato in campionato, è stato determinante. Molto bene anche Iunco, ed il capitano che ha realizzato un gran gol. Ci tenevo a vincere, anche rischiando quando ho inserito Tallo per Aprile. Dispiace soltanto per Albadoro, cui farò però giocare qualche scampolo contro il Grosseto”.
Rilassato rilassato dalla salvezza ottenuta, il tecnico cesenate Bisoli ha offerto una lucida analisi della partita: “Abbiamo buttato alle ortiche una vittoria che avevamo in pugno. Ho visto un Bari un po’ in difficoltà, sebbene sia una squadra di spessore che nonostante la pesante penalizzazione ha giocato un buon calcio e totalizzato 53 punti. Dall’altra parte c’erano giocatori di categoria da Sciaudone a Bellomo, lo stesso Iunco che stimo tantissimo. Ma noi non abbiamo saputo chiudere la gara. Rossi? Non avevo da dirgli nulla, ognuno per la propria strada”.
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