Dopo Torrente, Angelozzi. Lascia Bari un altro artefice della stagione che ha riconciliato squadra e pubblico: forse la migliore, del suo triennio in chiaroscuro aperto con la retrocessione e proseguito con una salvezza in B in condizioni difficili. Quest'anno si è fatto ancora meglio, visto l'alto rendimento offerto dalla squadra più giovane del torneo, nonostante la zavorra iniziale.
C'era un po' di tutto, nella conferenza di commiato del direttore sportivo: tensione, commozione, voglia di chiarezza da parte del dirigente che ha salutato la città attraverso la stampa barese: “Sono qui oggi, per annunciarvi che il mio ciclo a Bari si chiude il 30 giugno. Non c’è possibilità che mi accordi per restare o rinnovare, anche nel'eventualità di un cambio di proprietà. Ringrazio la famiglia Matarrese, in particolare Vincenzo che mi ha chiamato tre anni fa. Ho iniziato in A senza un budget, con la sola gestione di quanto ricavato dalle operazioni in uscita. La stagione è poi finita come sapete tutti e la società ne è uscita danneggiata dai signori che perpetravano alle nostre spalle quello scempio che è stato compiuto. Sono partito da un monte-ingaggi di 28,5 milioni, passato poi a 10,5 l'anno successivo, fino a diventare di 5,5 nella stagione che si sta chiudendo”.
Numeri più contenuti, ma anche il lancio di tanti giovani di valore: “Al primo ritiro con Torrente c'erano 45 giocatori. Ho fatto piazza pulita, ripartendo da zero, con giocatori giovanissimi e pochissime risorse. Sul campo il Bari ha totalizzato 116 punti e valorizzato un parco di giocatori notevole: alcuni di nostra proprietà, arrivati anche a parametro zero. Nonostante questo lavoro lodevole certificato dai numeri, a qualcuno non è andata giù”.
Un autentico fiume in piena, Guido Angelozzi: “Dopo la sconfitta di Vercelli, sono stato attaccato da titoloni ed intere paginate. Ho sempre accettato le critiche costruttive, ma ci sono mille modi per avanzarle e legittimarle. Mi si è persino imputato lo smantellamento della squadra con la cessione di Borghese e Filkor, due che avevano accumulato in due pochissime partite e volevano andare a giocare altrove. Quando non sono riuscito a prendere il terzino prima dell’inizio del campionato, mi sono assunto le mie responsabilità, ma anche quando i fatti hanno dato ragione alle mie scelte ed a quelle del tecnico, non andava bene. Allo stesso tempo, però, ringrazio buona parte della stampa che si è confrontata con me sempre con educazione e rispetto, e soprattutto la tifoseria che mi ha sempre riservato tanto affetto”.
Una decisione maturata da tempo, quello del direttore sportivo: “La mia scelta l’ho comunicata due settimane fa a salvezza ottenuta, direttamente ad Antonio Matarrese. Non ho avviato alcuna trattativa con altre società e sarò direttore sportivo del Bari sino alla fine del mio contratto, perché ho da portare avanti le trattative riguardo le comproprietà. Su Torrente posso dire che farebbe carte false per restare ad allenare questa piazza: ha fatto benissimo in questi due anni, prendendo ogni volta decisioni sagge ed assumendosi sempre le sue responsabilità. Non posso che augurargli i migliori successi. Così come non nascondo la speranza che questo Bari con una nuova eventuale proprietà, possa tornare in palcoscenici che le competono. Come sarebbe già potuto avvenire in questa stagione, se solo avessimo vinto contro Ascoli, Vercelli e Grosseto, tutte e tre retrocesse: a quest'ora ci staremmo addirittura a giocare i playoff”.
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