“La cessione del Bari? Non è una questione di soldi”. Non ci sta, Paolo Montemurro, a passare per sprovveduto nella contro-conferenza convocata con il partner d'affari Rapullino. Usano il fioretto, i due imprenditori che per oltre due mesi hanno trattato l'acquisizione della società biancorossa, da quello stesso tavolo cui si era accomodato Antonio Matarrese lunedì scorso. Lo stiletto alternato a messaggi di apertura, l'ultimo dei quali alimenta un barlume di speranza per poter riprendere il dialogo: “Ci hanno sbattuto le porte in faccia – ricorda Giuseppe Pistone, legale di Rapullino – Se ce le riaprono, ne possiamo riparlare”.
A patto, tuttavia, di non dubitare sull'affidabilità dei potenziali compratori, come richiesto da Luigi Rapullino in apertura di conferenza: “Si trattava di una operazione alla nostra portata – ha chiarito subito, con tono pacato ma deciso, l'imprenditore di Acerra – Ne abbiamo fatte, negli ultimi anni, in settori diversi dal calcio. E sicuramente non abbiamo bisogno di pubblicità”. E poi giù, a riavvolgere il nastro della trattativa: “Si è sempre lavorato in un clima di provocazione: non ci è stata mai data l'opportunità di conoscere il valore di questa società. Una società che, come il Bari, esprime risultati negativi ogni anno, non crea ricchezza, non ha valore: qualunque fosse stata la cifra offerta, sarebbe stata una questione di passione, sopratutto da parte di Montemurro”. Ed eccoci alla fase calda: “Il 28 giugno ci incontriamo a Roma, in uno dei tanti appuntamenti per cui venivamo convocati solo poche ore prima, come se non avessimo anche noi i nostri impegni in agenda. In quella occasione mio padre ha offerto undici milioni e mezzo con uno di acconto, precisando alla proprietà di vedere pure il Bari a chi avesse offerto anche solo un euro in più“. Il dialogo viene sospeso, dopo l'annunciata presentazione di un'altra offerta di 15 milioni, e poi riaperto, tant'è che “il 5 luglio arriva la prima bozza ai nostri tecnici ed il 12 c'è un incontro fra gli avvocati delle due parti”. Si arriva alla seconda bozza di preliminare, quella della discordia: “Prezzo ed anni di dilazione non erano precisati, perchè sarebbero stati definiti in un apposito incontro a tre”, precisano i due. “Non è un problema di un soldi – chiarisce Montemurro – Anche chi è in possesso di credenziali enormi avrebbe difficoltà ad acquistare il Bari. I mesi trascorsi? I tecnici li hanno impiegati per trovare tutte le soluzioni possibili per poter permettere l'acquisto, finanche quella della cogestione. Vedremo se esiste ancora uno spiraglio”.
Inevitabile, nel frattempo, un passaggio sulle credenziali di know-how indicate dai Matarrese per sedersi al loro tavolo: “La conoscenza del calcio la fai solo facendo esperienza: Per quanto riguarda le garanzie, invece, vi assicuro che abbiamo le spalle larghe – precisa ancora Rapullino – Ciò che più conta è il progetto industriale: non è un caso che nell'ultima Champions siano arrivate in finale non le squadre degli sceicchi ma quelle con maggiore ricchezza e redditività”. Per il Bari ne avevano abbozzato uno: “Ci eravamo prefissati tre anni per la risalita in A: la prima stagione di transizione, la seconda con i playoff come obiettivo, la terza per puntare apertamente alla promozione, perchè rimanendo in B, si perdono solo soldi. Ma prima di tutto - rimarca Montemurro - avremmo pensato al settore giovanile, alla costruzione di un centro sportivo. E nel frattempo ci saremmo affacciati in provincia: Gioia del Colle era già pronta ad accogliere Primavera ed Allievi”. Ai più giovani, fra gli studenti però, il duo Rapullino-Montemurro ci ha già pensato, annunciando di aver stanziato 50mila euro per venti borse di studio riservate agli iscritti di vari istituti cittadini.
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