Una piacevolissima serata all’insegna della cultura sportiva e del dibattito democratico aperto al confronto cittadino si è svolta ieri presso la biblioteca provinciale di Bari: l’evento, coordinato dal giornalista Massimo Longo, fondatore del Gruppo “L’Altra città che ha a cuore le sorti del Bari” assieme alla docente universitaria Patrizia Calefato, ha avuto come ospite il Direttore Generale del Bari, Dott. Garzelli, con il quale si è parlato a 360° sullo sviluppo della squadra di calcio barese. Il tema che prevalentemente si è dibattuto è stato l’attaccamento viscerale della tifoseria alla squadra della propria città e di come si potrebbe modificare il rapporto con la società, sotto accusa per la mancanza di comunicazione in momenti delicati (come quando ha vissuto tanti anni di serie B o in riferimento alla situazione attuale che riporta in classifica).
Ma in realtà, ancor prima che rispondesse Garzelli durante questo incontro, è arrivata una risposta concreta da parte della società negli ultimi giorni: a partire dalla conferenza del direttore sportivo (avvenuta la settimana scorsa), Guido Angelozzi, il quale ha recentemente ammesso di aver consegnato una rosa ristretta al tecnico, assumendosi le proprie responsabilità; oltre alla ancora più recente ed importante conferenza del presidente Vincenzo Matarrese, inattesa ma allo stesso tempo inevitabile, che ha fatto il punto della situazione di classifica dei biancorossi, chiedendo un ulteriore sforzo di attaccamento ai suoi tifosi esortandoli a non mollare in questo difficile momento, rassicurando piazza, tecnico ed addetti ai lavori che a gennaio si comprerà un difensore come priorità ed altri giocatori che serviranno per mantenere la categoria.
Il giornalista Massimo Longo, poco prima di iniziare la manifestazione culturale, ci ha rilasciato un’intervista, svelando i retroscena e la “MISSION” dell’associazione culturale “L’Altra città che ha a cuore le sorti del Bari”, spaziando su come vivono lo sport i giovani ed esprimendo anche un suo parere sui pochi contestatori di qualche domenica fa in curva: “Abbiamo deciso di nominarci “L’altra città che ha a cuore le sorti del Bari” per differenziarci dal tifoso semplice, dal tifoso comune che critica solamente, senza mai proporre qualcosa di innovativo e costruttivo. E’ nato questo gruppo, prossimo a diventare associazione culturale, pronto a specializzarsi anche in altri settori importanti, ma che per ora ha deciso di approfondire il ramo del tifo. Questo è il nostro secondo incontro e abbiamo deciso come “location” il nido familiare di Antonio Cassano, quella città vecchia che nell’arco della storia ha ospitato personalità come il papa Innocenzo III, Federico II di Svevia ed altri personaggi che hanno lascito un’impronta indelebile alla nostra terra. A questa serata prenderà parte anche la docente, nonché mia amica, Patrizia Calefato, che pur non essendo tifosa, sta apportando un contributo culturale importante alla nascente associazione”.
Nel corso della serata c’è stato spazio anche per una lettera esaltante sulla città di Bari vista in ottica: “Bari città universitaria”, citando proprio le parole del Magnifico Rettore, Corrado Petrocelli, assente all’ultimo per motivi lavorativi: “Sono fiero che i giovani stanno rispondendo su temi universitari, dopo un periodo di stasi preoccupante. Mi auguro che ci sia sempre un profilo di “humane litterae” nei giovani affinché riescano a costruirsi un cammino più saggio e prospero. Nelle università però manca ancora un certo tipo di approfondimento della cultura sportiva-calcistica ed editoriale. In ogni caso, non è mai tardi per iniziare, credo che con un po’ di buona volontà da parte dei docenti, e non solo, sia possibile offrire anche un certo tipo di servizio agli studenti universitari”.
Il giornalista ha poi concluso esprimendo un suo parere su quanto accaduto qualche domenica fa, in curva, quando alcuni ultras si sono confrontati verbalmente e civilmente con alcuni contestatori: “Contestare è un diritto sacrosanto, specie se fatto in maniera comica alla Edoardo de Filippo. Ma detto ciò parliamo di fatti. Io vedo la partita dalla tribuna stampa, quindi non ho visto quanto accaduto. Mi sono limitato a sentire e leggere le versioni sia dei “dissidenti” che degli ultras, cosa che non tutti forse hanno fatto e si sono affrettati a trarre giudizi, condannando Tizio o Caio. Io conosco bene Alberto (il riferimento ad un capo ultras storico, soprannominato Parigino), e so che è una persona civile e rispettosa del prossimo, per cui sono sicuro, come ha anche dichiarato a mezzo stampa, che il confronto sia avvenuto civilmente. Anche dall’altra parte, nessuno credo abbia accusato qualcuno di atteggiamenti e condotta violenta. Ci sono, tuttavia, le telecamere ovunque al San Nicola, che ad onor del vero, per quanto riguardo questo caso, non hanno evidenziato alcuna gravità. Personalmente non avrei contestato perché in questo momento bisogna essere vicini alla squadra”.
Il clou della serata è stato raggiunto quando ha parlato Claudio Garzelli, direttore generale dei galletti dal 7 luglio 2010, laureato in Scienze Politiche ad indirizzo politico-amministrativo, iscritto all’elenco speciale dei Direttori Sportivi della Federazione Italiana Giuoco Calcio, con un passato da calciatore professionista in attività fino al 1984 ed una cospicua esperienza da direttore generale o responsabile in ambito economico di numerose società (Siena, Pescara Calcio, Piacenza e Livorno). Personaggio con uno stile british, di grandissima cultura ed eclettico, ha incantato quasi una cinquantina di spettatori, parlando della sua esperienza, del perché ha scelto Bari e la famiglia Matarrese: “Sono approdato in una piazza importante con un bacino di utenza notevole. Ci sono molti tifosi della squadra che seguono le trasferte direttamente dal Nord, o tantissimi tifosi che si vedono il Bari in tv dall’Europa e dall’America: non sono dati che mi sono inventato, parlano le prove in nostro possesso. Conoscevo da tanto tempo Vincenzo Matarrese, e lui conosceva me. E’ un presidente vero come pochi in circolazione. E’ una persona di grandissima umanità, innamorato davvero del suo Bari, e resiste alla presidenza da tantissimi anni, nonostante i periodi “non semplici” che ha affrontato con la sua azienda; sono riusciti lui e la sua famiglia a far quadrare sempre i conti ed i bilanci, mantenendo questa società tra serie “A” e serie cadetta. Piazze importantissime, anche con maggiore blasone rispetto al Bari, sono fallite o scese di categoria. Vi ricordo Napoli e Firenze, le quali nonostante ora siano “risorte calcisticamente”, hanno pagato retrocedendo in categorie semi-professionistiche, altre vedi Messina sono state cancellate”.
Il Dottor Garzelli ha anche spiegato che la società ha obiettivi ambiziosi, nonostante il momento di crisi di risultati. Ha esaltato il vivaio ed il lavoro che stanno compiendo sui giovani, chiosando anche su qualcosa di nuovo che si sta adeguando la società che va in controtendenza, rispetto all’attuale posizione in campionato e umore dei tifosi: “Premetto che nella mia scelta nel venire a Bari, mi sono basato soprattutto su un dato statistico. Vi spiego: ho guardato attentamente la storia della tifoseria barese, ma soprattutto la voce statistica che registrava pene e sanzioni disciplinari, notando che i baresi sotto questo profilo sono eccellenti. Ho potuto notare che il capoluogo pugliese è una città che ha una grande cultura sportiva e civile. Ma credo che si può e debba fare ancora meglio. Dobbiamo pensare come se il Bari fosse nella massima serie da qualche anno, come una squadra che è della massima serie e che deve rimanerci. Non dimentichiamo un altro dato importante: negli ultimi anni il vivaio del Bari ha vinto il Viareggio ed ha conseguito risultati importanti, offrendo alla prima squadra giovani interessanti. Poi purtroppo, è venuta meno un po’ di continuità, ma stiamo continuando ad investire nel settore giovanile ed incentivare soprattutto scuole calcio per i bambini più piccoli, che sognano già di vestire la maglia del Bari, anziché la maglia di altre squadre con maggiore blasone”.
Non solo presente, però, nelle parole del direttore generale: “Vi annuncio, anche se mi prenderete per pazzo, che stiamo lavorando per essere in regola per i parametri per la licenza Uefa. Questa è una società di Serie A”.
In chiusura Garzelli ha risposto ad un quesito su come affrontare e sensibilizzare nel calcio i più giovani sui fenomeni di razzismo: “La piaga del razzismo, purtroppo, è ancora presente. Quanto accaduto a Balotelli, nostro giocatore della Nazionale, è un episodio che avviene puntualmente in alcuni stadi. Pertanto, demoralizzarsi e smettere di lottare contro tale fenomeno è controproducente. Occorre sensibilizzare ulteriormente a partire dalle scuole elementari insegnando la cultura calcistica, il saper accettare la sconfitta ed il rispetto del prossimo. Ma per insegnare certi valori umani e di socializzazione, i primi dobbiamo essere noi dirigenti, adulti e calciatori, ripudiando ogni forma di violenza. Ci sono certi calciatori che già intraprendono iniziative di solidarietà contro ogni forma di razzismo, dobbiamo proseguire su questa via e sconfiggere i pregiudizi”.
Ha preso parte con qualche battuta sull’orgoglio di appartenenza di essere baresi, anche l’assessore comunale e presidente del Coni Regionale Pugliese dal 2001, nonché tifosissimo del Bari, il Dott. Elio Sannicandro, che in passato fu artefice dei Giochi del Mediterraneo a Bari.
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