Fosse arrivata fra una settimana, sarebbe stata la festa per il ritorno in serie A. Nessun rammarico però, non si può che gioire per essere ancora qui ed essere in tanti. Allo stadio come in piazza Libertà, gremita da cinquemila tifosi pronti a sfidare il tempo incerto pur di salutare una squadra straordinaria. Arrivano con oltre mezzora di ritardo i giocatori, a bordo di un bus dell'Amtab partito dal San Nicola. La prima tappa è Palazzo di Città, per un riconoscimento da parte del sindaco uscente Michele Emiliano, in una delle ultime uscite ufficiali come primo cittadino di Bari. “Mai nessun gruppo ha onorato i colori biancorossi come voi” è la sua accoglienza, prima di passare alla distribuzione delle targhe, con su scritto “Bari ringrazia la Bari”. I calciatori in testa, ma anche e sopratutto uno staff silenzioso ma estremamente efficiente: i tecnici, la segreteria, fino ad arrivare ai più acclamati, il medico De Prezzo ed il direttore sportivo Angelozzi. Quindi, è il turno dei giocatori (c'è anche Caputo) e del presidente Paparesta, omaggiato di una caravella.
La piazza, intanto, freme e reclama i suoi beniamini: uno per volta, gaudagnano il palco ed è subito voglia di godersi sino in fondo un idillio comunque irripetibile. La simbiosi fra squadra e pubblico è tangibile, concreta: sciarpe, dediche e cartoncini personalizzati volano su e giù dal palco. Fra i più scatenati, manco a dirlo, il “social media manager” Sciaudone, improvvisatosi pure presentatore. Il tempo di dividersi il panino “del tifoso biancorosso”, appositamente ideato da uno chef, e si chiude con la consegna delle maglie. Ai curatori Danisi e Giannelli, ai legali di Paparesta, allo storico Antonucci, al neo-sindaco Decaro. E pure al regista e sceneggiatore Genny Nunziante: la storia di questo Bari diventerà un film. Ammesso non lo sia già.
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