Capoluogo di Provincia e di Regione della Lombardia, a 122 m. sul mare, conta circa 1.300.000 abitanti. È la seconda città più popolosa d’Italia ed è una grossa realtà industriale. Milano è anche il centro finanziario d'Italia, sede della borsa di riferimento nazionale.
STORIA
Milano fu fondata dalla popolazione ligure o celto-ligure degli Insubri: la fondazione avvenne attorno al 600 a.C. ad opera del gallo Belloveso, che si insediò nel mezzo della pianura sconfiggendo le precedenti popolazioni etrusche. Dopo essere stata la più importante città dei Galli Insubri, nel 222 a.C. venne conquistata dai Romani, in seguito ad un aspro assedio posto dai Consoli Gneo Cornelio Scipione Calvo e Marco Claudio Marcello. La conquista fu contrastata dalla discesa di Annibale al quale la popolazione locale si alleò. Fu solo nei primi anni del II secolo a.C. che gli Insubri e i Boi si assoggettarono alla dominazione romana. I Romani le dettero il nome di Mediolanum, che probabilmente riproduce un toponimo celtico (in mezzo alla pianura). Al momento della suddivisione dell'Impero Romano effettuata da Diocleziano nel 286 (Tetrarchia), divenne capitale dell' Impero Romano d'Occidente. Nel periodo del vescovo Ambrogio e dell'imperatore Teodosio I, che dichiarò il Cristianesimo l'unica religione dell'impero nell'Editto di Teodosio, Milano divenne il centro più influente della Chiesa d'Occidente. Dall'entrata a Milano di re Alboino, nel 569, il ripopolamento di centri urbani e campagna assunse ritmi sostenuti, donando al territorio una struttura che esprimeva la sintesi dell'elemento romano e di quello germanico. Dai nuovi dominatori, l'Alta Italia prese il nome di Langobardia Major (da qui poi il termine Lombardia) e Milano divenne uno dei centri preminenti del nuovo regno. Capitale del dominio longobardo era la vicina Pavia, ma anche Milano rivestì, per un breve periodo, questa funzione. L'importanza della città fu poi confermata dalla successiva dominazione dei Franchi: Milano fu sede di un conte imperiale e di un vescovo influente. Distrutta nell'aprile del 1162 da Federico I Barbarossa, rinacque dopo la vittoria della Lega Lombarda nella battaglia di Legnano del 29 maggio 1176. In seguito agli accordi relativi la Pace di Lodi (1454) e quella di Cateau-Cambrésis (1559), gli Stati italiani cominciarono col perdere la loro autonomia, finendo (come nel caso del Ducato di Milano) sotto il dominio di Carlo V. La battaglia della Bicocca (1522) segnò la sconfitta di Francesco I, che permise di conseguenza un passaggio del Ducato a Filippo II di Spagna. Il XVIII secolo vide Milano passare dalla dominazione spagnola a quella austriaca che continuò ad eccezion fatta di una parentesi di tre anni in cui la città passò sotto il controllo del Regno di Sardegna tra il 1733 e il 1736.
Fu un periodo di rifiorimento culturale che conobbe l'opera di intellettuali come Verri, Beccaria e Frisi. Con la morte di Carlo II di Spagna, dilagò la grande guerra per la successione. Il 24 settembre 1706 Eugenio di Savoia fu alle porte di Milano e il governatore spagnolo, il principe di Vaudemont, abbandonando precipitosamente la città la lasciò in balia della nuova dominazione austriaca. L'Austria fu sovrana di Milano fino al 9 maggio 1796 data in cui l'arciduca Ferdinando d'Asburgo-Este lasciò la città a causa dell'arrivo di Napoleone impegnato nella sua campagna d'Italia. Dal 1796 al 1799 fu capitale della Repubblica Cisalpina, dal 1802 al 1805 capitale della Repubblica Italiana e dal 1805 al 1814 capitale del Regno d'Italia. L'arrivo di Napoleone Bonaparte suscitò un'ondata d'entusiasmo nei milanesi che videro in lui la realizzazione dei nuovi ideali rivoluzionari francesi tanto attesi durante il periodo conservatore degli Asburgo. L'esercito repubblicano entrò a Milano il 15 maggio e, dopo circa un anno di disordini di ispirazione giacobina, ne seguì la costituzione della Repubblica Cisalpina nel 1797. Essa tuttavia non ebbe vita facile perché, partito Napoleone, Milano ricadde nel giacobinismo e non riuscì a opporre alcuna resistenza al ritorno degli Austriaci nel 1799 che intrapresero una cieca repressione. Dopo la nomina di Napoleone a primo console, grazie alla vittoria sul campo di Marengo, Milano torna ad essere il fulcro culturale d'Italia.
Tornata all'Austria dopo il periodo napoleonico con il Regno Lombardo-Veneto, nel 1859 in seguito alla seconda guerra d'indipendenza entrò a far parte del Regno di Sardegna che divenne Regno d'Italia dal 1861. Fu città simbolo del socialismo: tra l'altro, l'organo di divulgazione principale del Partito Socialista Italiano, il quotidiano L'Avanti, ebbe qui la sua sede. Milano fu anche la culla del movimento fascista, che ivi venne fondato il 23 marzo 1919 col nome di "Movimento dei Fasci di Combattimento". Inoltre, il primo programma del neonato movimento fascista fu reso noto in piazza San Sepolcro. Durante l'ultima guerra, Milano subì i più gravi bombardamenti aerei mai subiti da una città italiana. Città emblema della Resistenza (il 25 aprile, festa nazionale della Liberazione, ricorda l'insurrezione generale partigiana che ha portato alla liberazione della città), fu, nel secondo dopoguerra, uno dei motori della ricostruzione industriale e culturale del Paese. A Milano si svolsero alcuni dei maggiori scontri del '68 italiano e qui ci fu il primo episodio della cosiddetta "Strategia della tensione" (il 12 dicembre 1969 con la strage di Piazza Fontana). Il resto è storia dei nostri giorni.
GASTRONOMIA
A Milano si possono trovare ristoranti dalla cucina regionale italiana e straniera. I piatti milanesi più conosciuti sono il “risotto allo zafferano” e la “cotoletta alla milanese”, la “cassoeula” (stufato di maiale e verze), la “busecca” (ovvero la trippa), “pulpet de la scigula” (involtini di vitello ripieni di parmigiano, prosciutto e prezzemolo). I dolci tradizionali sono il “panettone” (simbolo della città) e la colomba pasquale. Come vini l’unico DOC locale è il San Colombano al Lambro (rosso).
COSA VISITARE
Le bellezze di Milano sono talmente tante che non basterebbero pagine e pagine per elencarle tutte. Devo per forza ridurre i luoghi che, per me, sono questi:
Duomo, ovvero il monumento simbolo della città, fondato nel 1386 sotto Gian Galeazzo Visconti e dedicato a Santa Maria Nascente. Nei pressi il museo.
Teatro alla Scala, il più famoso dei teatri lirici italiani e tra i primi al mondo, fu eretto da Giuseppe Piermarini nel 1776/1778.
Galleria Vittorio Emanuele II, il tradizionale luogo di ritrovo dei milanesi che collega piazza del Duomo a piazza alla Scala. Venne costruita da Giuseppe Mengoni nel 1865/1878.
Pinacoteca di Brera, distribuita su una quarantina di sale, costituisce una delle maggiori raccolte di pittura in Italia.
La Basilica di Sant’Ambrogio, di architettura romanica lombarda, è una dei capisaldi della tradizione cittadina.
Il Castello Sforzesco è la migliore testimonianza del periodo rinascimentale a Milano. Dalla fine dell’800 è sede di musei e di iniziative culturali.
LO STADIO
Si chiama “Giuseppe Meazza” in omaggio al più grande calciatore italiano degli anni ’30. Campione del Mondo nel ’34 e ’38 ha legato il proprio nome alla maglia dell’Inter anche se ha vestito, nell’immediato dopoguerra, anche quella del Milan.
E’ chiamato anche San Siro dal nome della zona in cui sorge.
Contiene 80.018 spettatori e lo si può trovare in via Piccolomini 5.
COME ARRIVARE
A Milano si può arrivare in auto (1.790 km. andata/ritorno da Bari) e in treno (ci sono buone opportunità – considerando l’orario di inizio della partita – sia a salire che a scendere).
Per quanto riguarda l’aereo, il volo di ritorno da Milano Linate delle ore 21:00 è cancellato fino al 28 agosto. Non ci sono, quindi, voli utili per tornare a Bari nell’immediato dopo-partita.
|