Fino ad oggi pomeriggio, in comune con Devis Mangia il master per l'abilitazione ad allenatore di prima categoria nel 2012 e la votazione finale, 110 e lode. Da stasera anche la panchina del Bari. Davide Nicola è il nuovo allenatore dei biancorossi (foto sito www.fcbari1908.club). Ha firmato un contratto fino al 30 giugno 2016, unitamente al suo staff composto da quattro collaboratori. Missione complicata, ma non impossibile, quella di risollevare le sorti dei baresi, reduci da tre sconfitte consecutive e in una prolungata crisi di gioco aggravata da una crescente ostilità della tifoseria.
Il 41enne piemontese di Luserna San Giovanni, nella sua ancora breve carriera, ha guidato il Lumezzane e il Livorno. I risultati più significativi in Toscana, con la promozione in A conseguita al termine della stagione 2012/2013. Meno entusiasmante l'anno successivo in massima serie: esonerato in gennaio e richiamato in panca ad aprile non riesce a salvare i labronici dalla retrocessione. Tecnico duttile, parte da una idea iniziale di 4-3-3 che propone diverse varianti, dal 4-2-3-1 al 4-3-1-2 fino a sconfinare nel 3-5-2. "Più che i moduli - affermava qualche tempo fa - è fondamentale che la squadra sia elastica in campo, che sappia occupare gli spazi e che sia ordinata. Non voglio che i ragazzi ragionino per schemi precostituiti, ma devono saper valutare all’istante il comportamento degli avversari e il modo migliore per attaccarli". Dichiarazione programmatica perfetta per la ripartenza dei biancorossi. Pragmatico ma senza rinunciare al gioco offensivo, rese il Livorno una macchina da ben 77 gol nella stagione della promozione, valorizzando al massimo il talento di Belinghieri, Siligardi, Paulinho e Dionisi, calciatori che fino al suo avvento non avevano mai raggiunto tali apici di rendimento.
Questa estate la tragedia della morte del figlio 14enne (investito da un autobus mentre era in sella alla sua mountain bike - ndg) e la decisione di fermarsi un po' in attesa di offerte dalla serie A. Lo stop è durato pochi mesi: al Bari, seppur in cadetteria, non poteva dire di no.
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