La consapevolezza e l’orgoglio. E’ un Ventura sereno quello che si presenta in sala stampa dopo il pareggio contro il Palermo: “Abbiamo giocato da squadra sino alla fine. Quando questa squadra tornerà ad essere al completo tornerà a far parlare di sé. E’ vero, oggi è rientrato qualcuno, ma Kutuzov aveva quaranta minuti nella gambe ed Alvarez era in ospedale solo giovedì. Devo fargli i complimenti per aver retto l’intera partita. L’emergenza non ci ha abbandonati neppure oggi – svela un retroscena – Appena sveglio ho saputo che neppure Pulzetti stava bene. Ho pensato a Crimi per sostituirlo ma era fuori causa pure lui. L’anno scorso ero orgoglioso per quello che facevamo vedere, quest’anno degli uomini”.
Chiamato in causa sul commento di Delio Rossi ai microfoni di Sky (“A furia di piangere, qualcuno gli ha asciugato le lacrime”), con riferimento al rigore concesso su Rivas, Ventura non raccoglie la polemica: “Non ho più l’età per certe cose. Forse c’era un po’ rammarico. Comprensibile, dopo aver giocato in 11 contro 10 per settanta minuti”.
Ed eccolo il tecnico del Palermo, piccato pure per non aver parlato per prima, in barba al dovere di ospitalità: “E’ stata una partita strana. Abbiamo rischiato di prendere gol senza che il Bari entrasse in area avversaria. L’arbitro? Non c’è stata uniformità di giudizio. Il rigore su Rivas è stato molto generoso, e frutto delle proteste del primo tempo. Su un altro campo non l’avrebbero dato. Il Palermo? Abbiamo sempre comandato la partita. Dipendiamo molto dai nostri trequartisti e senza Hernandez e Pinilla ci mancava un riferimento, dopo aver aggirato la difesa avversaria. Pastore? Vive di alti e bassi, come tutti i ragazzi della sua età”.
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