SoloBariNews ha avuto il piacere di partecipare alla serata inaugurale del 19 dicembre dell’“Associazione Cartapestai”, nel centro storico di Casamassima, presso il palazzo Monacelle, a cui hanno preso parte circa cinquecento visitatori della provincia barese e non solo.
Il presidente dell’Associazione, Raffaele Magnifico, ci ha rilasciato un’intervista esclusiva in cui ha spiegato brevemente la loro storia, i loro intenti, gli obiettivi già raggiunti ed i punti da migliorare: “Noi facciamo parte di un’associazione di cartapestai di Casamassima, ci occupiamo di carri, pupi, maschere. Cinque anni fa decidemmo di realizzare questa sorta di sfida tra i soci, affinché riempissimo i mesi in cui non avevamo manifestazioni di alcun genere. Tengo a precisare che non c’è alcun scopo di lucro, ma il nostro intento è quello di dare sfoggio alla creatività e permettere a tutti di potersi esprimere liberamente. Siamo infatti arrivati al quinto anno, e i manufatti esposti sono tutti di espositori locali. Hanno partecipato e collaborato con noi espositori di circa venti paesi. L’obiettivo di rappresentare qualcosa che andasse al di là del nostro paese è stato raggiunto, ma sarebbe fantastico arrivare un giorno a poter presentare i nostri prodotti a “SpaccaNapoli” senza, tuttavia, dimenticare che anche nel capoluogo barese ha avuto particolare successo la mostra di SpaccaBari. In ogni caso, dobbiamo migliorarci ulteriormente, ma soprattutto continuare ad impegnarci per non far morire questa tradizione dei nostri avi”.
Il giovane presidente dell’Associazione Cartapestai ci ha poi accompagnato nella sala mostrandoci la grande minuzia e originalità delle scene costruite dagli espositori, delimitate da costruzioni che riproducono luoghi tipici del paesaggio cittadino o campestre: mercati, taverne, abitazioni innevate o scene più verosimili all’ambiente in cui è nato il Bambino Gesù, casali, rovine di antichi templi pagani (testimonianza della varietà dei messaggi interculturali). Chiunque dovesse prender parte a tale esposizione, potrà assistere ad una serie di presepi che permetteranno di far respirare un’aria spensierata e natalizia con la speranza di ritrovare un messaggio di cristianità e di maggiore rispetto del prossimo, a partire dai più giovani sino ad arrivare agli anziani. La mostra sarà presente sino al 5 gennaio, ma tutto il programma delle varie manifestazioni che si terranno, è disponibile sul sito www.cartapestai.it.
Infine, il Presidente dell’Associazione Cartapestai, Raffaele Magnifico, da tifosissimo del Bari, ha auspicato sorti migliori visto il momento poco felice della squadra: “Il Bari ce l’ho nel cuore. Sono tifosissimo da sempre. Il presidente ha forse sottovalutato questa stagione, non comprando rinforzi adeguati. Ma possiamo ancora salvarci. Chiederò il 23 quando facciamo nascere Gesù Bambino qui alla mostra di poter salvare questo Bari”.
CENNI STORICI SULLA TRADIZIONE DEL PRESEPE
Gli evangelisti Luca e Matteo sono stati primi a descrivere la Natività. Nei loro brani è presente la sacra rappresentazione che a partire dal Medioevo prende il nome latino di praesepium, ovvero mangiatoia. Si narra infatti della umile nascita di Gesù di Nazareth, come riporta l’evangelista Luca, “In una mangiatoia perché non c’era perché x’era per essi posto nell’albergo” (Ev., 2,7).
A partire dal IV secolo la Natività diviene uno dei temi dominanti dell’arte religiosa e in questa produzione spiccano per valore artistico: la natività e l’adorazione dei magi, presentate in varie forme d’arte nelle Chiese e Basiliche in tutta Italia. Dal XIV secolo la Natività è trattata dall’estro figurativo degli artisti celebri che si cimentano in affreschi, pitture, sculture, ceramiche e altro tipo di produzione che arricchisce ulteriormente le chiese e le dimore di nobili o facoltosi committenti dell’Europa. Meritano di essere ricordati tra tutti: Giotto, Piero della Francesca, il Perugino, Durer, Rembrandt, Correggio, Rubens e ancora tanti altri.
Tuttavia, il presepio, secondo tradizione, nasce dal desiderio di San Francesco di far rivivere in uno scenario naturale la nascita di Betlemme, con personaggi reali, pastori, contadini, frati e nobili tutti coinvolti nella rievocazione che ebbe luogo a Greccio la notte di Natale del 1223; episodio poi magistralmente dipinto da Giotto nell’affresco della Basilica Superiore di Assisi. Primo esempio di presepe inanimato, a noi pervenuto, è invece quello che Arnolfo di Cambio scolpisce nel legno nel 1280 e del quale sono ancora conservate le statue residue nella cripta della Cappella Sistina di S. Maria Maggiore in Roma.
COME SI E’ ARRIVATI AI GIORNI NOSTRI
Ulteriore novità è la trasformazione delle statue in manichini di legno per dare l’impressione del movimento, abbigliati con indumenti conformi all’epoca vissuta e muniti degli strumenti di svago o di lavori tipici dei mestieri esercitati. La diffusione a livello popolare si realizza pienamente nel ‘800 quando ogni famiglia in occasione del Natale costruisce un presepe in casa riproducendo la Natività secondo i canoni tradizionali con materiali - statuine in gesso o terracotta, carta pesta e altro - forniti da un artigiano in crescendo. Oggi dopo l’affievolirsi della tradizione negli anni ‘60 e ‘70, causata anche dall’introduzione dell’albero di Natale, il presepe è tornato rifiorire come tradizione negli italiani, grazie all’impegno di religiosi, tradizionalisti e privati che con associazioni si sono prodigati per riprodurre scene della Natività e renderle visibili a tutti i visitatori, a prescindere se siano credenti o meno.
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