Incredibile decisione del Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica che, al termine di una convulsa riunione tenutasi presso la Prefettura di Lecce, ha stabilito che il derby Lecce-Bari si giocherà a porte chiuse.
L'Osservatorio sulle Manifestazioni Sportive aveva consigliato il divieto di accesso a tutti i tifosi del Bari sprovvisti della Tessera del Tifoso, ma la Questura di Lecce è andata oltre questa indicazione, anche in conseguenza degli scontri che si verificarono al Via del Mare nel maggio del 2008 in serie B, a seguito dei quali il sottosegretario dell'Interno, Alfredo Mantovano, definì "barbari" i 5.000 tifosi biancorossi accorsi.
Comprensibilmente infuriati i sostenitori di entrambe le tifoserie, che verranno ingiustamente privati di una delle partite più importanti e sentite della stagione. Ha sicuramente pesato la grande preoccupazione che si potessero verificare gravi incidenti, alimentata da alcuni episodi avvenuti in passato e, in parte, anche da recenti dichiarazioni non certo distensive di qualche dirigente.
Questa scelta rappresenta senza dubbio un gravissimo danno di immagine per la Puglia e, nel contempo, una evidente sconfitta della tessera del tifoso: è inevitabile chiedersi il senso di questo provvedimento, davanti ad una decisione simile e senza precedenti.
Una brutta pagina, l'ennesima, per il calcio, sempre più malato e lontano dai valori sani dello sport.
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