Nel giorno più importante, nella sfida più sentita contro gli atavici rivali della Puglia, nella gara che poteva chiudere (in caso di sconfitta) il percorso della salvezza o, quantomeno, renderne altamente proibitivo il cammino, il Bari ha sfoderato una prestazione tutto cuore e ha portato a casa i primi tre punti esterni della stagione, dando inizio alla sua rincorsa verso il traguardo che vorrebbe dire un altro anno nel massimo campionato.
Un Bari cinico ed ordinato ha affrontato il derby con una carica indescrivibile e con le motivazioni giuste, mantenendo un livello di concentrazione costante per tutta la partita, proprio come mister Ventura predica sovente dalla panchina e durante gli allenamenti.
Con questo non vogliamo dire che il Bari abbia fatto la partita perfetta, anzi: se San Gillet non avesse avuto i riflessi da gatto sul primo colpo di testa di Fabiano o se Olivera avesse concluso dignitosamente l'uno due con Ofere che gli ha spalancato lo specchio della porta, forse adesso parleremmo di un altro derby e delle solite amnesie che hanno caratterizzato il cammino del Bari nell'ultimo periodo. Il merito più grande è stato quello di crederci fino alla fine, buttando il cuore oltre l'ostacolo, ritornando a testa bassa in caso di errore e lottando su ogni centimetro di campo. Proprio quello che fa impazzire i tifosi, al di là del risultato.
L'adrenalina che può svilupparsi all'indomani di un derby vinto può essere la chiave giusta per affrontare alla grande il prossimo impegno delicatissimo contro il Bologna al San Nicola fra poco più di 48 ore. E che si chieda consiglio a Belmonte, in caso di dubbio, letteralmente indemoniato nell'esultanza sotto il settore riservato ai tifosi biancorossi a fine partita, trasformatosi in pompiere per sfogare tutta la rabbia di un periodo costellato da opache prestazioni ma anche tanta sfortuna.
I due nuovi acquisti hanno lasciato, ognuno nella propria zona di competenza, un'impronta più che positiva: Glik si è calato subito nel ruolo di guardia e ha giganteggiato sugli spioventi con i suoi 190 cm, mostrando anche un ottimo carattere nei minuti finali quando la partita ha vissuto attimi di concitazione; Okaka ha scritto per filo e per segno la pagina dedicata al salvatore della patria, arrivando a Bari il giorno prima del derby e risolvendolo con un gol di pregevolissima fattura nella mezz'ora finale in cui Ventura l'ha fatto debuttare.
Sarebbe sciocco credere di aver risolto di botto tutti i problemi: gli arrivi di Glik e Okaka aiutano ma di certo non bastano; la manovra biancorossa anche ieri è stata organizzata fino alla tre quarti ma si è rivelata evanescente nei metri decisivi. E con Barreto ancora alle prese con i soliti problemi muscolari, non sarà sempre possibile affidarsi alla potenza di Okaka per cercare di risolvere le partite, come accaduto ieri.
Il cammino è stato segnato: la società dia a Ventura ciò che l'allenatore ha richiesto nell'ultima conferenza stampa pre-derby ed i giocatori mantengano la concentrazione e la grinta che hanno permesso di sbancare il Via del Mare di Lecce per la terza volta consecutiva. È questo l'unico mix vincente per ritornare in paradiso.
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