Al purgatorio e ritorno. Neppure il tempo di rivedere il paradiso che il Bari ripiomba all’inferno, al termine di una gara che forse segnerà la stagione in negativo, ora che il fondo della graduatoria ne fotografa l’andata tormentata. Cercava la svolta in positivo, Ventura, dopo l’illusoria vittoria di Lecce, ma l’assetto attuale, ancora sguarnito di pedine fondamentali, si è dimostrato incapace, alla prova del campo, d’impensierire un Bologna perfetto. E apparso ancora più bello contro una squadra senza né idee, né carica. Ed ora i punti di ritardo dalla terzultima sono diventati cinque, al giro di boa. Con il Lecce vittorioso in trasferta e di nuovo a quattro lunghezze.
La cronaca della ripresa, durata di fatto solo mezzora scarsa. Al ritorno in campo il Bari dimostra di non aver smaltito il contraccolpo. E dopo 2’ rischia di capitolare ancora quando la stoccata di Ramirez non trova l’angolo basso alla sinistra di Gillet solo per pochi centimetri. Dalle parti di Viviano i biancorossi si fanno vedere 1’ più tardi con un cross di Alvarez non raccolto da nessuno. Una sortita solitaria, in un contesto in cui la squadra di Ventura non sembra poter di offrire la spinta incessante che ci si attenderebbe. Il tecnico ligure la cerca da Caputo e da Romero (che va a destra, fuori Rivas e Kutuzov, fischiatissimo). Lo spagnolo si mette subito in evidenza servendo un buon pallone ad Okaka, che invita Donati (13’) alla conclusione a colpo sicuro. Ma il numero otto cincischia ed il Bologna annulla la minaccia. Al 20’ Romero ci prova pure direttamente, ma il suo sinistro finisce lontano dall’angolo alto alla destra di Viviano.
Due sussulti che, purtroppo per il Bari, non fanno primavera. Anzi il buio pesto arriva presto, prestissimo. Al 25’, con l’azione che è lo specchio di un intera partita. I biancorossi perdono malamente palla sulla trequarti avversaria, dopo una punizione a favore. Di Vaio s’invola e batte a rete: Gillet respinge la prima volta e s’inchina la seconda. 0-2 e partita virtualmente chiusa. Finisce qui pure la gara di un Donati impalpabile (Almiron, dove sei?), rimpiazzato da Pulzetti.
Le ultime fasi sono seguite da uno stadio in trance, scosso solo dai boati per i risultati dagli altri campi (pure la testa di qualche spettatore era altrove, evidentemente) e dai rabbiosi e spontanei cenni di contestazione alla presidenza, più forti pure dei tentativi di soffocarli. Il campo non dice più nulla, eccetto l’ostinazione di Romero (30’) di tenerla ancora viva con un cross per Okaka, poi neutralizzato (sarebbe stato meglio il tiro).
Il triplice fischio finale arriva senza neppure un minuto di recupero. Il pubblico, stavolta, disapprova. Tifo organizzato in testa, con il puntuale invito a tirar fuori gli attributi. Bersaglio mancato, perchè le risposte invocate dovrebbero arrivare dal mercato e dall’infermeria, prima ancora che dal rettangolo di gioco. Ammesso giungano n tempo utile per raddrizzare una stagione maledetta.
Bari-Bologna 0-2 (0-1)
Bari: Gillet – Raggi, Glik, A. Masiello, Rossi – Alvarez, Donati (29’ st Pulzetti), Gazzi, Rivas (9’ st Romero) – Kutuzov (9’ st Caputo), Okaka.
A disposizione: Padelli, Galasso, Crimi, Rana.
Allenatore: Ventura.
Bologna: Viviano – Moras (20’ pt Esposito), Garics, Britos, Rubin – Perez, Mudingayi, Della Rocca – Ekdal (28’ st Casarini) – Ramirez (32’ st Gimenez), Di Vaio.
A disposizione: Lupatelli, Cherubin, Buscé, Radovanovic.
Allenatore: Malesani.
Arbitro: Russo (assistenti Bianchi-Calcagno, quarto uomo Pinzani)
Reti: 38’ pt Ekdal, 25’ st Di Vaio.
Ammoniti: 9’ st Gazzi (Ba), 21’ st Britos (Bo) per gioco falloso.
Recupero: 1’, 0.
Angoli: 5-2 per il Bologna.
Spettatori: 16.169 spettatori di cui 14.057 abbonati e 2.112 paganti, per un incasso di Euro 203.658,00
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