Va in onda un film già visto, in sala stampa. In onda il volto sempre più sconsolato di Giampiero Ventura, in cui si specchia una situazione ormai difficile da raddrizzare: “La partita mi ha suggerito più di una riflessione – osserva il tecnico del Bari - Che nel calcio non si può regalare nulla, che le parole contano poco e che non esistono partite impossibili, come ha dimostrato il Lecce, dato da tutti per tramortito, oggi a Roma. Ma per fare risultati occorrono i giocatori importanti. E a noi ne mancano tanti. Almiron e Barreto su tutti, quelli senza dei quali, a detta di tutti, non avremmo potuto fare la serie A. E’ evidente che siamo in emergenza. Oggi, ad esempio, hanno giocato Raggi e Masiello, che non doveva essere neppure fra i convocati. Non era neppure in ritiro, poiché debilitato dall’influenza. Ma quando stamattina mi hanno detto che Rinaldi era a letto stremato dalla febbre, l’ho chiamato addirittura a casa, per chiedergli se la sentisse di giocare. Sinceramente, non mi era mai capitato. Okaka? Avevo detto alla vigilia che sarebbe stato un errore responsabilizzarlo troppo. Non gioca una gara intera da un anno, forse sarebbe stato meglio inserirlo nell’ultimo mezzora. Ma ho preferito ascoltare il cuore, più della ragione. Difficile fare altri commenti. Sfido chiunque a venire a parlare in conferenza stampa in simili condizioni, a ripetere sempre le stesse cose. Messaggi alla società? Non c’è ne è bisogno. Sanno perfettamente che c’è bisogno di uomini”.
Una squadra molle nonostante i primi segnali di ripresa. Non si aspettava un Bari così neppure Andrea Raggi, sceso in campo nonostante una condizione precaria: “Nel primo tempo forse non meritavamo lo svantaggio. Siamo andati sotto al loro primo tiro in porta. E’ chiaro però che per salvarci dobbiamo cambiare atteggiamento. Dovevamo entrare in campo con il sangue agli occhi, come ci ha ricordato il mister. Impossibile sentirci appagati dopo una sola vittoria conquistata in tre mesi. Se non mettiamo in campo tutto ciò che abbiamo, diventa davvero durissima”.
Raggiante Malesani, soprattutto per la sensazione di tranquillità trasmessa dal suo Bologna, al di là del 2-0 finale: “Abbiamo vinto finalmente senza soffrire. Una soddisfazione per i tifosi e per il nostro nuovo presidente, che è venuto a vederci per la prima volta. La mia è una squadra che si adatta ad ogni tipo di gioco. Oggi, ad esempio, ho provato il doppio centrocampista a sinistra. All’inizio eravamo padroni del campo ma non eravamo pungenti. Poi ho parlato con Ekdal e la prima volta che è entrato in area, siamo passati in vantaggio? Abbiamo fatto bene soprattutto sul piano del gioco: mai una palla buttata, trentasei minuti di possesso-palla… Portanova in tribuna? Ho semplicemente deciso solo di non rischiarlo dopo aver parlato con lui. E’ uno dei ragazzi cui dobbiamo di più, per ciò che ha fatto nei momenti di difficoltà della società. Nessun rischio di vederlo partire a Siena”.
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