All’indomani dell’ennesima batosta rimediata in casa dai galletti, ad opera di un Bologna che ha dominato in lungo e in largo, in città nessuno ha voglia di parlare, anzi, c’è gente che addirittura preferirebbe pensare ad altro pur di non rovinarsi l’inizio di una nuova settimana. Si, perchè l’argomento Bari, dopo 11 sconfitte in 19 partite, forse non interessa più a nessuno, o meglio, forse più nessuno crede in una lontana chimera chiamata salvezza. Ed è la cosa che fa più rabbia.
Una barca che fa acqua da tutte le parti, calciatori smarriti, allenatore inerme, società passiva, ed un silenzio che mai come adesso fa così rumore. Sarà l’inizio della fine? Tutti se lo domandano, addetti ai lavori ma soprattutto tifosi. Quei tifosi che ieri hanno accolto in curva nord da "re" Sergio Bernardo Almiron, croce e delizia del Bari di questi ultimi mesi. Non è il caso, adesso, di cercare un capro espiatorio, ma certamente sarebbe il caso di dare una scossa a tutto l’ambiente: Bari ha bisogno di risposte, Bari ha bisogno di fatti concreti. Se non si vuol rischiare un altro decennio nel purgatorio della serie cadetta, ebbene che la società dia voce e luce al buio che da tre mesi imperversa dalle parti di Via Torrebella.
Non basta arrampicarsi sugli specchi (infortuni, squalifiche, mancati acquisti), è opportuno verificare lo stato psicofisico della squadra. Agli occhi di tutti, ad oggi, è palese quanto manchi quella grinta e cattiveria nel rendere le partite quantomai meno amare del solito: perdere 0-2 contro il Bologna ci può anche stare, ma non tentare di reagire sapendo di avere di fronte una concorrente abbordabile, è quasi un reato. Che fine ha fatto il Bari di qualche tempo fa che perdeva in casa col Siena e nel giro di 10 minuti pareggiava e poi vinceva la partita? Tutto questo non è mica legato alla condizione atletica, il tifoso lo sa. E allora a cosa è dovuto? I vecchi saggi dicevano: "Per star bene con gli altri, bisogna prima star bene con se stessi." Ed ecco la risposta: mancanza di concentrazione, mancanza di idee, mancanza di autostima e benessere personale.
Non vogliamo demolire o infierire su un giocattolo gia mal funzionante da diverso tempo, ma ci duole dirlo che se non si dovesse ricorrere ai ripari (rinforzi e recupero di autostima in primis) nel più breve tempo possibile, questo giocattolo potrebbe rompersi definitivamente. Ai posteri l’ardua sentenza.
|