Siena è un comune di circa 54.000 abitanti della Toscana centrale, capoluogo dell'omonima provincia. La città è universalmente conosciuta per il suo patrimonio artistico, per il suo arredo urbano medievale, nonché per il suo famoso Palio. Si ritiene vi si parli il migliore italiano possibile. È stata dichiarata dall'UNESCO patrimonio dell'umanità.
STORIA
Siena fu fondata come colonia romana al tempo dell'Imperatore Augusto e prese il nome di Saena Iulia da Senio, figlio di Remo. Da ciò la lupa romana nell’insegna della città. All'interno del centro storico senese sono stati ritrovati dei siti di epoca etrusca, che possono far pensare alla fondazione della città da parte degli etruschi.
Con la conquista franca i gastaldi longobardi furono sostituiti dai conti carolingi, le cui competenze furono limitate dal crescente potere politico dei vescovi, sotto la cui tutela nacquero le istituzioni comunali. I consoli vennero nominati per la prima volta nel 1147 e, sotto il loro governo, Siena cominciò ad allargare il suo dominio fuori dalle mura, in particolar modo verso Firenze. Dalla prima metà del XII secolo in poi Siena prospera e diventa un importante centro commerciale, tenendo buoni rapporti con lo Stato della Chiesa; i banchieri senesi erano un punto di riferimento per le autorità di Roma, ai quali si rivolgevano per prestiti o finanziamenti.
Alla fine del XII secolo Siena, sostenendo la causa ghibellina (anche se non mancavano, le famiglie senesi di parte guelfa, in sintonia con Firenze), si ritrovò nuovamente contro Firenze: celebre è la vittoria sui fiorentini nella battaglia di Montaperti, del 1260, celebrata anche da Dante Alighieri. Ma dopo qualche anno i senesi ebbero la peggio nella battaglia di Colle Val d'Elsa, del 1269, che portò in seguito, nel 1287, alla ascesa del Governo dei Nove, di parte guelfa. Sotto questo nuovo governo, Siena raggiunse il suo massimo splendore, sia economico che culturale. Sono gli anni del trionfo del gotico: in questo periodo sorgono il Palazzo Pubblico con la Torre del Mangia, Palazzo Tolomei (oggi sede di una banca e primo edificio privato a Siena), si comincia la costruzione del Duomo, la Cappella di Piazza del Campo, la basilica di San Domenico. Sempre di questi anni sono i lavori di Duccio di Buoninsegna, Simone Martini, Ambrogio Lorenzetti.
Dopo la peste del 1348, cominciò la lenta decadenza della Repubblica di Siena, che comunque non precluse la strada all'espansione territoriale senese, che fino al giorno della caduta della Repubblica comprendeva un terzo della Toscana. Nel 1399 a governo della città arrivò il duca di Milano, Gian Galeazzo Visconti ma, alla sua morte, le lotte intestine alla città ripresero fino alla fine della Repubblica Senese, forse l'unico Stato occidentale ad attuare una democrazia pura a favore del popolo, avvenuta il 25 aprile 1555. La città, dopo un assedio di oltre un anno, dovette arrendersi stremata dalla fame, all'impero di Carlo V, spalleggiato dai fiorentini, che cedette in feudo il territorio della Repubblica ai Medici, Signori di Firenze, per ripagarli delle spese sostenute durante la guerra.
Dopo la caduta della Repubblica pochi senesi guidati peraltro dall'esule fiorentino Piero Strozzi, non volendo accettare la caduta della Repubblica, si rifugiarono a Montalcino, creando la Repubblica di Siena riparata in Montalcino, mantenendo l'alleanza con la Francia, che continuò ad esercitare il proprio potere sulla parte meridionale del territorio della Repubblica, creando notevoli problemi alle truppe degli odiati fiorentini. Ma il 31 maggio del 1559 i francesi, che Siena aveva sempre sostenuto, concludendo la pace di Cateau-Cambrésis con l'imperatore Carlo V, cedettero di fatto la Repubblica agli odiati fiorentini.
L’unificazione della Toscana non portò alcun beneficio a Siena: nel Granducato, per 2 secoli, venne mantenuta una barriera doganale tra la città del Palio e Firenze, arrecando gravi danni a Siena. I senesi dovettero aspettare la fine del ‘700 per vedere una ripresa dell’agricoltura e delle attività commerciali grazie a Pietro Leopoldo della famiglia degli Asburgo-Lorena. In questo periodo venne costruita la Chiesa di Provenzano e la Lizza venne trasformata in giardino pubblico. Successivamente la Fortezza venne aperta al passeggio mentre cominciarono i lavori di costruzione del quartiere di San Prospero.
Nel 1859 fu la prima città a votare, con larghissimo consenso, l'annessione al Regno d'Italia. Nei decenni seguenti, in particolare nel periodo tra le due guerre, si rafforzò il ruolo culturale della città con la fondazione di vari istituti e la crescita di rilievo dell’Università. Nel corso dell’ultimo conflitto, Siena contribuì alla lotta partigiana e soffrì per l’occupazione e le rappresaglie; ebbe però la fortuna di mantenere pressoché intatto il centro cittadino. Pur con il crollo dell’agricoltura mezzadrile, che aveva caratterizzato per secoli le sue campagne, e una costante flessione demografica determinata da varie cause, Siena è oggi considerata “la bella signora di Toscana”, una città modello per la singolare armonia urbanistica e le bellezze architettoniche che la caratterizzano, ma anche per il suo clima sociale, che si arroventa solo in occasione del Palio.
COSA VISITARE
Siena è una città unica, andrebbe visitata tutta. In mancanza di tempo da non perdere sono:
Piazza del Campo. Costruita nel 1169, era il luogo dove originariamente si svolgeva il mercato. Fin dal 1297 una disposizione repubblicana obbligava a precise norme chi si accingeva a costruire edifici affacciati sulla Piazza.
Palazzo Pubblico con annessa Torre del Mangia. E’ il simbolo del potere economico dell’oligarchia senese, una delle massime realizzazioni di architettura gotica. La sua costruzione venne iniziata nel 1284. Al suo interno il Museo Civico con opere del Maccari, Beccafumi, Sodoma, Simone Martini, Lorenzetti e altri. La Torre del Mangia venne realizzata tra il 1325 ed il 1348, è alta 102 metri e dalla sua sommità si può ammirare il panorama della città. Ai suoi piedi la Cappella di Piazza, eretta per adempiere ad un voto fatto durante la peste che colpì Siena. Eretta nel 1352, venne terminata nel 1468 nella parte superiore.
Duomo. Di architettura romano-gotica, venne costruito a partire dal 1215 grazie ad un progetto di Nicola Pisano. Nel 1339 si pensò ad ampliarlo ma la peste bloccò i lavori. Al suo interno il pavimento è diviso in 56 riquadri con scene sacre e profane. Nel transetto sinistro interessante è il pulpito, opera in marmo anch’essa del Pisano, realizzato dall’autore e da una serie di allievi tra cui Arnolfo di Cambio. All’estremità nella navata sinistra c’è la Libreria Piccolomini con i suoi manoscritti.
Pinacoteca Nazionale. Conserva opere di pittura senese del ‘200 e ‘400 oltre a dipinti del ‘400-‘500 dell’Italia settentrionale ed Europa Centrale.
San Domenico (qui a sinistra). La basilica è di fronte allo stadio, alle spalle del settore ospiti. Venne eretta dai Domenicani tra il 1226 ed il 1265. Al suo interno un’unica navata, monumenti addossati alle pareti ed un terrazzo dal quale si può ammirare il panorama del centro storico.
Santuario della Casa di Santa Caterina. Una serie di costruzioni attorno alla casa natale di Caterina Benincasa, mistica santa senese proclamata compatrona d’Italia nel 1939, compongono il Santuario.
Ci sarebbero decine di altri luoghi da visitare, di vicoletti caratteristici. Basta passeggiare per le vie del centro per rendersene conto.
MANIFESTAZIONI
Il 2 luglio ed il 16 agosto di ogni anno si corre il Palio. A turno 10 delle 17 contrade che si suddividono il territorio cittadino racchiuso nelle mura partecipano alla “giostra”: 3 giri intorno alla piazza per stabilire il vincitore del “Palio”, un drappellone si seta dipinto.
Può capitare che il Palio si disputi una terza volta. Accade raramente, in occasione di eventi straordinari: per questo motivo si chiama Palio Straordinario.
Il Palio, ovviamente, non è solo il giorno delle corsa ma lo si prepara a partire dal giorno dopo l’evento: dura così tutto l’anno con eventi, manifestazioni, riunioni, cene all’interno di ogni contrada.
COSA MANGIARE
La cucina senese ripropone i piatti regionali con l’aggiunta dell’aglio e di erbe aromatiche. Da assaggiare i “pici” (grossi spaghetti fatti a mano con aggiunta, come condimento, di panna, porcini e salsiccia, in alto nella foto), la “ribollita” (minestrone di verdure, fagioli e cavoli neri), cinghiale in umido o arrosto, lepre in agrodolce. E, ovviamente, tutte le altre ricette tipicamente toscane.
Tra i dolci, da non perdere assolutamente i “ricciarelli”, il “panforte” i “cavallucci”.
Come vini la terra di Siena produce il notissimo Brunello di Montalcino, il non meno famoso Nobile di Montepulciano ed il Chianti.
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