Sempre più difficile presentarsi in sala stampa a giustificare l’ennesima sconfitta. Ventura ci prova senza darsi per vinto e scongiurando i verdetti anticipati di retrocessione, condivisi da molti: “Mi fa ridere pensare che il Bari possa essere considerata ormai andata. Se lo pensassi io per primo, non sarei qui. Ora però dobbiamo smentire questa convinzione con i fatti, e non più con le parole. Il primo tempo spiega tante cose. Secondo me abbiamo giocato alla pari, il Napoli aveva difficoltà ad avvicinarsi alla nostra porta. Stavamo cominciando a macinare gioco, ma dopo il primo errore ne abbiamo fatto quattro di fila. Questo fa capire tanto sulla serenità attuale dei giocatori. Arrivavamo con una certa facilità al limite dell’area avversaria, poi incontravamo le note difficoltà a calciare in porta”.
Difficile poter rivedere un centrocampo come quello schierato oggi, con esterni improvvisati ed una coppia centrale di sola rottura. Il tecnico spiega così le sue scelte, quasi obbligate: “Masiello ala? Sapevo che Rivas era a mezzo servizio. E poi mi serviva copertura dalle parti di Lavezzi. Pulzetti? Se la sentiva di giocare, anche se era acciaccato e sapeva di andar via. E fra lui e Crimi che era un esordiente, ho scelto di impiegare il primo, che dopo mezzora però non ce la faceva più. I pochi segnali positivi? Almiron che torna in campo, Rudolf che ci tornerà utile in futuro”.
Il futuro passa inevitabilmente dall’ultima settimana di mercato, sebbene ai proclami societari di fare il possibile e l’impossibile per salvarsi non siano sinora corrisposti interventi decisi. E per questo Ventura cerca in casa le forze per risalire. “Le nostre possibilità sul mercato? Ci sono difficoltà oggettive. Anche di natura economica, perché non c’è grande disponibilità. Ma non possiamo attaccarci a questo. Una cosa è certa. Questa squadra è consapevole che dovremmo attraversare una strada in salita, piena di buche e di difficoltà. Ma in noi c’è la volontà di percorrerla. Ed è per questo che mi sono fermato così a lungo negli spogliatoi, dopo la partita. Volevo capire. Se avessi trovato depressione, come quella dopo la gara contro il Bologna, ci sarebbero poche speranze. Oggi, però, i giocatori mi hanno detto: noi ci salveremo. Ma finché non fai i punti, il silenzio è d’oro”.
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