Vincere e sperare. Non ha altre alternative un Bari sempre più staccato sul fondo, a nove punti dal Catania terzultimo. Tanto più che, al momento, l’incontro in programma alle 15 al Rigamonti, contro il Brescia penultimo ed avanti di cinque lunghezze, sembra più un anticipo di B che uno spareggio salvezza. “Ormai dobbiamo giocare ogni partita per vincere, anche a costo di rischiare una sconfitta – osserva Ventura in sala stampa – Non possiamo permetterci altri passi falsi ma dobbiamo osare, anche in situazioni di parità. Ci servono i tre punti, non abbiamo alternative”.
L’indisponibilità di Bentivoglio per squalifica indurrà il tecnico, orfano pure degli acciaccati Belmonte e Rivas, a cambiare nuovamente modulo, adattandolo presumibilmente a quello avversario: “Vediamo come si disporrà il Brescia, perché c’è anche la remota possibilità, nel caso in cui ci trovassimo di fronte ad un 3-5-2, che Almiron giochi dietro le punte”. Più probabile, tuttavia, un 4-3-3 di partenza. Senza Okaka, affaticato ma comunque al seguito dei compagni, e con il redivivo Castillo ed il norvegese Huseklepp, alla prima da titolare con la nuova maglia. Un esordio che solletica anche il tecnico: “Sono curioso di vederlo in campo. Ha voglia, è carico. Faccio i complimenti a Gazzi, Almiron e Donati. Anche se schierati in posizioni forse non adatte alle loro caratteristiche stanno rispondendo alla grande, stanno facendo davvero bene. In particolare Gazzi ha giocato sulla sinistra per la prima volta, facendo benissimo e rischiando di andare anche in rete”.
E poi spiega di quanto le nuove soluzioni tattiche possano rendere il Bari diverso da quello ammirato l’anno scorso: “Per me il calcio è organizzazione. Lo scorso anno abbiamo colmato le distanze dalle altre grazie alla nostra organizzazione, un sistema di gioco che poi esaltava il singolo. Adesso c´è meno organizzazione, quindi dovrebbe venir fuori la qualità del singolo giocatore. E´ un modo di giocare completamente diverso”.
In conferenza stampa si è parlato ancora del pugno di Chivu non visto giovedì sera e sanzionato dal Giudice Sportivo con quattro turni di squalifica: “Il problema è alla base – commenta Ventura – Se si decidesse a monte che per un gesto del genere il calciatore si becca, che so, 10 giornate e stipendio bloccato quindi per due o tre mesi, allora nel giro di un paio di episodi simili si andrebbe a risolvere il problema. Esattamente come è stato per il fenomeno hooligans in Inghilterra”.
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