Dopo tre mesi di stop ed un periodo di cure lontano da Bari per un serio infortunio, dalle parti di Via Torrebella, sede dell’AS Bari, si è rivisto per la consueta conferenza stampa Abdel Kader Ghezzal: “Sto bene, sono contento di essere ritornato in gruppo e adesso non vedo l’ora di giocare”. Una carica e una voglia di fare che, forse, vanno in controtendenza rispetto all’aria pensante che si sta respirando in quel di Bari nelle ultime settimane: “La contestazione è giusta – ammette Ghezzal – perchè rispetto all’anno scorso non stiamo facendo bene. Allenarsi in clima di contestazione non è facile. Dobbiamo caricarci e far capire alla gente che ci crediamo ancora nella salvezza”.
Un’analisi, quella dell’algerino, che si rifà ai momenti infelici dell’allenamento di 24 ore fa, quando un gruppo cospicuo di tifosi (circa 200), aveva inneggiato e inveito contro Ventura, Angelozzi e alcuni calciatori del Bari. Facendo un passo indietro, quello che è capitato a Ghezzal in termini di infortunio, così come le lungodegenze di Barreto e Salvatore Masiello, solo per citarne alcuni, è evidentemente la punta di un iceberg che sta facendo affondare la barca: “Gli infortuni potrebbero essere un caso. Comunque, per il bene della squadra, noi ci impegniamo a bruciare i tempi, ma non sempre ti può andar bene”.
Il tempo, infatti, è denaro, come si suol dire, e gettare a mare altri punti salvezza sarebbe un delitto. Contestare chi è alla guida di una squadra, con o senza colpe, in un momento delicato come questo e, soprattutto, consapevoli del fatto che un cambio allenatore, adesso, servirebbe a poco, aiuta a capire quanto sia importante pensare meno alle “chiacchiere di corridoio”, tuffandosi a capofitto nel lavoro con la speranza che si possa salvare almeno il salvabile. Di questo avviso è anche Ghezzal: “Adesso conta poco parlare di un potenziale cambio alla guida tecnica. Dobbiamo pensare a tornare in campo e vincere. Comunque, è una decisione che spetta alla società”.
Non è un mistero, inoltre, la poca efficenza del gruppo sotto porta o nei tiri da lontano. Il numero 11 barese, da attacante, chiarisce a suo parere la lacuna più evidente della sua squadra: “La paura ci impedisce di giocare come vorremmo. Dobbiamo essere bravi a dare tutto in campo per cercare di vincere a tutti i costi”. Se sino a qualche mese fa il Bari aveva penuria di attaccanti a disposizione, adesso se ne registrano ben 7 e la posta in palio per un posto da titolare è piuttosto alta: “Non mi preoccupa la concorrenza lì davanti. Il mio impegno sarà quello di allenarmi con costanza”. Ed a proposito di allenamento, l’ex calciatore del Siena, si è dovuto subito immergere nei nuovi schemi dettati da mister Ventura con un innovativo moduto tattico per i galletti: “Con il nuovo modulo siamo più vicini alla porta. Sarei contento di poter ritornare a giocare da trequartista come quando militavo nel Siena”. Tanta, dunque, è la voglia da parte di Ghezzal di voler scendere in campo quanto prima, come ha ammesso a gran voce: “Mi è mancato molto non poter giocare. Per me è stato il primo infortunio grave. Allenarsi da soli è difficile; adesso sono ritornato e voglio far bene”. In conclusione, l’attaccante biancorosso, ha svelato le parole del presidente Matarrese intervenuto, nel tardo pomeriggio di ieri, dopo la seduta di allenamento condita da insulti e proteste da parte dei tifosi: “Il presidente ieri ci ha parlato e ci ha fatto capire di crederci e di non voler mollare; tutto è ancora possibile per la salvezza”.
Notiziario: la squadra, dopo la violenta ribellione dei tifosi, si è allenata tra le mura del San Nicola. Tutti presenti, infortunati cronici e nazionali a parte, eccetto Belmonte. Aggregati anche alcuni giovani della primavera.
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