Il nuovo Bari di Bortolo Mutti debutta al San Nicola contro il Genoa e strappa un punticino che, sebbene lasci inalterato il distacco dalla quart'ultima sedia disponibile per la salvezza, almeno interrompe la serie di sconfitte consecutive in cui i biancorossi erano piombati.
È altresì vero che in un giorno e mezzo di lavoro (Mutti è stato presentato dal Bari solamente giovedì) non è possibile vedere la mano del tecnico sull'impostazione tattica della partita, seppur si sono notate delle differenze sostanziali rispetto al gioco proposto dal suo predecessore Giampiero Ventura.
Innanzitutto è stata ridotta all'osso la circolazione della palla nel reparto arretrato, croce e delizia del Bari di Ventura, ricorrendo spesso e volentieri a lanci lunghi per sfruttare la torre di Okaka e la velocità di Ghezzal e Bentivoglio. Sottolineamo la massima del nuovo allenatore biancorosso, secondo il quale è importante far sentire la propria presenza nella metà campo degli avversari prima di ogni altra cosa.
In seconda battuta, si è rivisto un Bari forse più disposto al sacrificio nelle individualità; a parte Donati e Almiron, lontani parenti dei giocatori che hanno portato la squadra pugliese ad esprimere il miglior gioco d'Italia nella passata stagione grazie a diligenza tattica e movimenti con e senza palla, un minimo di risposta lo si è notato in campo, sebbene il tabù del gol rimanga ancora una matassa dura da sbrogliare. Ghezzal, al suo rientro dopo alcuni mesi di stop, ha dimostrato di prediligere il ruolo di seconda punta e si è distinto quantomeno per grinta e carattere, incitando i compagni e chiedendo ad ampi gesti il sostegno del pubblico in più di un'occasione.
Ma tutto questo non basta, perché anche ieri è stata buttata alle ortiche un'altra occasione ghiotta per reinserirsi nel gruppone delle pericolanti: Cesena e Brescia sconfitti in casa, Catania che batte il Lecce in rimonta ed una quota salvezza che poteva essere ridotta con i 3 punti.
A questo proposito, lasciano diversi dubbi le dichiarazioni del tecnico Mutti al termine della gara contro il Genoa, secondo il quale il Bari avrebbe solamente il 5% di possibilità di riaddrizzare il campionato e sfuggire all'inferno della B. Probabilmente le esternazioni di Ventura dopo la sconfitta contro il Brescia (risalienti a soli 7 giorni fa, nelle quali l'ex ct biancorosso disse chiaramente che era convinto che il Bari si sarebbe salvato nonostante l'ultimo posto e le sconfitte a grappoli) erano un po' troppo pretenziose e poco attuabili su una squadra sulla quale aleggiava un cielo nero come la pece, però è pur vero che se il mister appena subentrato in sella non è il primo a crederci è difficile che i giocatori possano trovare stimoli e lottare fino a che la matematica dia il suo responso. A questo punto è lecito chiedersi: è meglio non aspettarsi nulla e tutto quello che viene è guadagnato o cercare di caricare per quanto possibile l'ambiente ed i giocatori tenendo conto che ci sono ancora 13 partite da disputare?
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