Palermo è il capoluogo di regione della Sicilia, sede del governo autonomo regionale nonchè il principale porto dell’isola. Ha circa 660.000 abitanti
UN PO’ DI STORIA
Di origine fenicia nonostante il suo nome greco “Pànormos” (tutto porto) le fu dato da marinai greci per la comodità del suo approdo. Divenne famosa praticamente subito: era il 480 a.C. quando nel suo porto si raccolse la flotta cartaginese in lotta con le città greche siciliane.
In origine la città si sviluppò su di una collina cingendosi di mura: oggi questo primo nucleo storico è occupato dal Palazzo dei Normanni, da Piazza della Vittoria e dal Palazzo Arcivescovile. In seguito si estese verso il mare e anche in questo caso vennero erette fortificazioni a protezione del nucleo abitato. La struttura della città rimase immutata per ben 7 secoli: praticamente dal 254 a.C. quando cadde, durante la prima guerra punica, in mano ai Romani fino alla conquista araba dell’831.
Sorsero moschee, giardini, palazzi, mercati e la popolazione crebbe dieci volte raggiungendo i 300.000 abitanti.
Con l’arrivo dei Normanni non si fermò lo sviluppo cittadino (ne sono testimonianza la cappella Palatina, la Cattedrale, la Zisa…) mentre, con Federico II, Palermo raggiunse un alto livello culturale grazie alla presenza in città di studiosi di matematica, filosofia, scienze naturali.
Con l’allontanamento della comunità araba (siamo nel 1200) cominciò il decadimento economico: l’avvento degli Angioini ed il trasferimento della capitale del Regno a Napoli peggiorò la situazione. La città si ribellò a Carlo I d’Angiò (i Vespri - a destra nella foto) invocando l’aiuto degli Aragonesi, nonostante questi dimorassero a Catania. Gli Aragonesi aiutarono Palermo dotandola di una serie di privilegi nonché ridandole autonomia.
Nel 1415 arrivò a Palermo il primo di una serie di vicerè che guidarono la città per circa 3 secoli: durante questo periodo vennero rinforzate le mura, costruito un nuovo porto, aperte nuove vie di comunicazione, costruiti palazzi, monasteri e fontane.
Dopo gli Spagnoli , in pochi anni, si susseguirono i Savoia, gli Austriaci e i Borbone che la guidarono fino all’impresa dei Mille (1860). Durante i Borbone venne attuato il definitivo disegno urbanistico della città: si cominciò ad espandere oltre le mura. In particolare verso nord sorsero i teatri Massimo e Politeama, la città ottocentesca, il parco reale della Favorita, la Piana dei Colli. Non venne però risolto il problema del centro e del suo risanamento: i bombardamenti della seconda guerra mondiale ed il successivo spopolamento a favore dei comuni vicini determinò una situazione di degrado sempre peggiore. Fu occupata nel luglio 1943 dalle truppe alleate del generale americano Patton.
La speculazione edilizia, realizzata grazie alla connivenza tra amministratori e mafia, impoverì il patrimonio monumentale della città. Le lotte più significative dell'età contemporanea sono state quelle contro la mafia e il banditismo di Salvatore Giuliano, che ebbe il suo regno nella zona di Montelepre vicino Palermo. Nella lotta alla mafia sono caduti uomini come Boris Giuliano, il generale Dalla Chiesa, il presidente della Regione Pier Santi Mattarella, magistrati come Falcone, Borsellino, Costa e Chinnici fino al sacerdote Don Pino Puglisi.
Il resto è storia dei nostri giorni.
COSA VISITARE
La CATTEDRALE, eretta nel 1184, trasformata dagli Arabi in moschea e riportata al culto cristiano dai Normanni. Al suo interno tombe imperiali e reali oltre ad una Madonna con bambino risalente al 1469. A destra dell’antisagrestia si accede al tesoro comprendente ori, smalti, codici miniati e paramenti sacri.
La CAPPELLA PALATINA, fondata da Ruggero II nel 1132 e consacrata nel 1140, al cui interno si può ammirare una splendida integrazione tra architettura e arti figurative. Notevoli il pavimento in mosaico e il soffitto ligneo di manifattura araba. Le pareti della struttura sono rivestite in alto di mosaici su fondo oro.
S. GIOVANNI DEGLI EREMITI, uno dei monumenti più significativi della Palermo normanna. Venne eretta nel 1132 dagli arabi per volere di Ruggero II. Notevole il chiostro interno appartenente all’originario convento benedettino.
MARTORANA, chiesa detta anche S. Maria dell’Ammiraglio, venne eretta nel 1143 per volere di Giorgio di Antiochia, ammiraglio di Ruggero II. Nel 1433 venne ceduta al vicino convento benedettino fondato da Eloisa Martorana, da cui prende il nome. Molto interessante il campanile, appartenente alla costruzione originaria.
VILLA GIULIA, ovvero il primo parco della città. Il suo nome deriva da donna Giulia, moglie del vicerè spagnolo Guevara. Il parco è disegnato a raggi concentrici su pianta quadrata: al suo interno si ammirano quattro esedre neoclassiche con fontana, busti di illustri palermitani, statue.
La ZISA, dall’arabo “aziz” ovvero “splendido”, era la residenza stagionale dei re normanni. Un tempo immerso in un parco, è un edificio rettangolare con 2 torri quadrate e 3 ordini di arcature. Al piano terreno vi è la sala della fontana, ambiente di rappresentanza a forma cruciforme.
COSA MANGIARE
La cucina palermitana comprende, come primi piatti, la pasta con le sarde (nella foto), gli arancini, la pasta “incasciata” (timballo), il riso al nero di seppia, la pasta con i broccoli o con le melanzane.
Tra i secondi il tonno con la cipolla, il pesce spada gratinato, polpi e naselli in tegame. Oppure la “stigghiola” (interiora di capretto alla brace con erbe aromatiche), le “panelle di ceci”, le “guastelle” (pagnottine ripiene di formaggio a pezzi o ricotta e milza di vitello).
Tra i dolci vi sono i “Frutti di Martorana” (imitazione della frutta fatta con la pasta di mandorle), la cassata, le “conchiglie” (pasta reale a forma di conchiglia e ripiena di marmellata di cedro), gli “scumuni” (gelato al cioccolato o al pistacchio con il cuore di uova sbattute con lo zucchero).
L’unico vino DOC della zona è l’Alcamo o il Bianco di Alcamo, prodotto anche in provincia di Trapani.
LO STADIO
Lo stadio è intitolato al presidente del Palermo degli anni ’70 e ’80, Renzo Barbera.
Venne inaugurato nel 1932 e chiamato “Littorio” mentre nel 1936 venne intitolato a Michele Morrone, eroe della guerra di Spagna. Nel secondo dopoguerra divenne “La Favorita” dal nome della vicina tenuta del Federico di Svevia.
Dopo la messa a norma è capace di 36.871 spettatori.
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