Bari come Ben-ti-voglio. Non è retorica, né un modo per sminuire qualcosa di serio e drammatico per il periodo infausto attuale. Questa originale suddivisione in sillabe del cognome di un calciatore della rosa barese, sta a significare quanto chi scende in campo e chi ci lavora ci tenga a questa squadra. A scendere “in campo” quest’oggi nella conference-room dello stadio San Nicola, c’era, appunto, Simone Bentivoglio. Giovane, ma con una maturità di un calciatore navigato e con alle spalle un bagaglio di esperienze degne di nota. È venuto fuori proprio questo sentendo ai microfoni l’ex Chievo, il quale ha voluto commentare con molto acume la delicata situazione nella quale versa il Bari in questi ultimi mesi: “Stiamo male. Tutti vorremmo una situazione diversa, ma da uomini dobbiamo andare avanti. Nella vita ci sono anche situazioni difficili; dobbiamo mostrare il nostro carattere”.
Un’analisi che merita sicuramente attenzione, alla luce del fatto che il Bari da tantissime settimane è ancora incollato all’ultimo posto della classifica di serie A. Fare gruppo, fare spogliatoio. Di regola, dovrebbe accadere quello appena detto quando una squadra si trova a navigare in acque infelici. Quando si parla di spogliatoio, però, i calciatori biancorossi preferiscono non approfondire: “Nello spogliatoio parliamo solo delle nostre partite e dei nostri avversari – commenta Bentivoglio - Quello che accade fuori non ci tange e non ci deve influenzare”. Esternazioni sibilline ma chiare: deve essere il terreno di gioco a decretare l’ultima sentenza. Un banco di prova importante aspetta il Bari domenica tra le mura amiche. A scendere in Puglia, infatti, sarà la Fiorentina, anch’essa reduce da un periodo poco brillante: “Come tutte le partite, anche contro la Fiorentina daremo il massimo per vincere”. È vero anche, come lo stesso numero 27 barese sostiene, che non si può attribuire il tutto all’ardore agonistico, ma, comunque, bisogna scendere in campo per dare il massimo.
Quello che stupisce chi osserva i galletti, domenica dopo domenica scendere sul terreno di gioco, è la continua mancanza di condizione fisica: “Personalmente sono stato sempre bene, anche a Chievo – asserisce il centrocampista - Circa la situazione dei miei compagni, non saprei cosa rispondere, sono situazioni soggettive”. Occorre, dunque, fare qualche sacrificio per poter raggiungere l’obiettivo, come quello di sacrificarsi in un ruolo non propriamente adatto alle caratteristiche individuali: “Il mister mi ha provato anche sulla fascia. Ho accettato, ma preferirei giocare come trequartista nel modulo a rombo”. In conclusione, il regista di origini piemontesi, non si esime nel confermare la scelta che ha fatto a gennaio di voler indossare la casacca biancorossa: “Non mi sono pentito di essere venuto a giocare a Bari. Credevo e credo nella salvezza; bisogna uscire a testa alta da qualsiasi situazione critica”.
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