A due giorni dalla sfida proibitiva contro la formazione allenata da Guidolin, la compagine barese ha recuperato il perno della difesa, Nicola Belmonte che sarà a disposizione di Mutti. Il difensore, natio di Cosenza, che ha esordito con il Bari nella serie cadetta ben sei anni fa, si è presentato in conferenza stampa lanciando un messaggio chiaro e forte alla piazza: “Non solo abbiamo il dovere di crederci fino a quando la matematica ci condannerà, ma soprattutto dobbiamo dare il massimo per onorare la maglia, per rispetto ai nostri tifosi e perché nessuno di noi ci sta a fare ulteriori brutte figure”.
Il difensore biancorosso non gioca dalla partita in casa contro il Napoli, quando ha subito il grave infortunio di periartrite all’anca che ha coinvolto anche il ginocchio e il gluteo. Il ragazzo classe 87’ che ha finalmente ripreso ad allenarsi con il gruppo da circa quattro giorni, non ha nascosto la sua grande voglia di giocare sin dalla prossima gara: “Io sono a disposizione del Mister anche per scendere in campo dal primo minuto. In allenamento sono stato provato nuovamente come centrale che è il ruolo che prediligo maggiormente. Ovviamente se il tecnico dovesse decidere di schierarmi come terzino non ci sarebbero problemi”.
Il numero 15 dell’A.S. Bari si è soffermato a parlare delle novità apportate dal nuovo tecnico rispetto al precedente: “Con il nuovo Mister abbiamo impostato una linea difensiva alta, siamo molto più aggressivi e badiamo alla concretezza. Non serve essere belli, occorre arrivare davanti alla porta avversaria e tirare, oltre ovviamente a migliorare la fase difensiva, dato che siamo una delle peggiori difese del campionato”.
Il centrale difensivo ha esaltato lo spirito mostrato dai suoi compagni nella gara contro la Fiorentina, esortando tutti a continuare così: “Pur non avendo giocato domenica, sono stato felice per la reazione dei miei compagni che hanno rimesso in gioco una partita che con maggiore fortuna avremmo vinto tranquillamente. La squadra contro la Fiorentina non ha mai mollato, neanche quando è andata sotto. Purtroppo in questa stagione ce ne sono successe di tutti colori e se siamo ultimi, non è certo perché siamo i più deboli, ma per varie vicissitudini: a partire dai torti arbitrali, a causa dei tanti infortuni e di nostre disattenzioni figlie dell’inesperienza. Ci sono state tante partite in cui è bastato subire un gol per tagliarci le gambe fisicamente e moralmente. Se avessimo giocato dall’inizio con questo spirito aggressivo ora la situazione di classifica sarebbe stata diversa. Ma occorre guardare al presente e noi lotteremo fino alla fine”.
Alla vigilia del match contro l’Udinese, Nicola Belmonte ha tracciato un ampio profilo dell’avversaria, elogiando il loro attacco (49 gol realizzati), aggiungendo però che non si faranno intimorire dalle statistiche o dalla superiorità tecnica: “Affrontiamo la squadra che sta giocando meglio in questa stagione. Sono partiti male però sono riusciti a raddrizzare subito la stagione, a differenza nostra. Inoltre occupano stabilmente una posizione di classifica davvero prestigiosa, hanno l’attacco più prolifico e tantissima qualità anche a centrocampo. Basta dire che Sanchez lo vogliono i club più prestigiosi di Europa, senza dimenticare Totò Di Natale che nonostante abbia un’età avanzata, fa gol ad occhi chiusi. All’andata in casa perdemmo a causa di una perla proprio di Sanchez e un gol di Isla, sbagliando anche un rigore sull’uno a zero. Abbiamo studiato in ogni caso il modo per provare ad arginarli e sfruttare le ripartenze. Andiamo lì per fare risultato e non certo per fare gli spettatori”.
Il difensore dei Galletti ha giustificato in toto la contestazione, dando una spiegazione diversa da quella fornita ieri dal suo compagno di squadra Donati, sull’appellativo di “mercenari” dei tifosi: “Accetto la contestazione da parte dei tifosi, è sacrosanta se si gioca a certi livelli quando i risultati non arrivano. Le contestazioni sono dettate anche dall’attaccamento viscerale alla propria squadra e pertanto vanno accettate. Non mi sento chiamato in causa se ci chiamano mercenari, perché credo che anche questo parola sia dettata dalla situazione complicata. Lo spogliatoio era unito con Ventura e lo è tuttora, quindi, serve solo più grinta ed onorare fino alla fine il campionato”.
Infine il giocatore, in comproprietà con il Siena, non si è voluto sbilanciare sul suo futuro, ha però ribadito di trovarsi molto bene nel capoluogo barese e che non avrebbe problemi a proseguire la sua avventura in biancorosso.
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