Andare a giocare sul campo di una squadra che ha vinto 7-0 a Palermo, non deve essere il massimo della vita. Se guidi una squadra ultima da mesi, che non vince dall’inizio di gennaio ed ancora in gioco solo per l’aritmetica, limitare i danni deve apparirti l’unico obiettivo possibile. Ci deve essere tutto questo, nella testa di Bortolo Mutti, alla vigilia della trasferta di Udine, la prima delle due gare lontano dal San Nicola. Ma anche l’orgoglio e la voglia di lasciare una traccia, il segno di non essere passato invano: “Per poter sperare ancora è importante preparare una partita alla volta e costruire di conseguenza il lavoro settimanale – spiega il tecnico bergamasco - Gli ostacoli sono tanti ma dobbiamo inventarci qualcosa. Certo, quelli contro Udinese e Milan sono due incontri che sarebbe stato più favorevole giocare in casa. Uno sviluppo, però, contro la Fiorentina si è già visto. Nonostante lo svantaggio, c’è stato grande ordine mentale. Le punte, però, devono aiutare di più”.
Per il Friuli non sono partiti gli infortunati Almiron, Barreto, Alvarez, Kutuzov, Masiello e Raggi, oltre a Castillo che ha visto riacutizzarsi l’infiammazione al tendine rotuleo. Convocati, invece, Rudolf e Rivas, mentre per Belmonte si profila il ritorno al centro della difesa, in coppia con Rossi. “Rimaniamo con i piedi per terra, è un periodo durissimo ma il lavoro fino alla fine paga - sembra voler assicurare Mutti ai superstiti che ha portato con sé per questa difficile trasferta - Voglio che i ragazzi siano in grado di posizionarsi e lavorare in modo armonico. Dobbiamo avere il coraggio di metterci la faccia e fare la partita. L’Udinese non dà punti di riferimento. Per questo dobbiamo chiudere gli spazi, giocare corti ed avere un atteggiamento collaborativo. Voglio una partita ordinata ma d’orgoglio. Il nostro percorso è funzionale anche ad una crescita graduale. Ai miei giocatori lo sto ripetendo fino alla nausea”.
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