Figlio d’arte (suo papà Zoltan è stato un calciatore), già 5 reti nella sua nazionale, militanze con altrettanti allenatori e gol pesanti contro la Roma, la Juventus e, due giorni fa, contro il Milan. Un ottimo curriculm per un ragazzo giunto in Italia pochi mesi or sono. Con questo bigliettino da visita si è presentato questa mattina nella sala stampa dello stadio San Nicola, il magiaro con il vizietto del gol alle grandi: “Sono contento per il gol al Milan, ma vorrei segnare sempre. Peccato per aver raccimolato solo un punto con il pareggio, potevamo vincere”.
In effetti, domenica scorsa più che mai, il Bari ha rischiato seriamente di fare bottino pieno a San Siro; cosa è mancato? L’ungherese, ex Genoa, ha provato a dare una risposta esaustiva: “Dopo lo 0-1 loro avevano tanta voglia di segnare e i campioni in squadre del genere fanno la differenza. Noi potevamo sfruttare alcune ripartenze segnando il secondo gol. Abbiamo fatto un’ottima gara, non è facile giocare a San Siro”. Certo, al Meazza chiunque non avrebbe vita facile. Peccato rimpiagere le ultime gare che hanno visto i galletti esibirsi a grandi livelli; l’attaccante biancorosso ne è consapevole: “Siamo dispiaciuti per i mancati risultati nelle precedenti gare. Noi abbiamo una squadra di serie A, è strano vederci ultimi in classifica. Dobbiamo giocare le prossime nove partite e continuare a far bene”.
Per molti la salvezza sarà utopia ma il numero 71 barese da questo punto di vista non è d’accordo: “Vincere almeno 7 partite è il mio desiderio. Speravo di comciare a vedere un Bari vincente già da Milano. Noi vogliamo vincere.” Dopo un appello fatto a gran voce, Rudolf commenta il suo score positivo con le grandi del campionato: “È un caso che abbia segnato sino ad ora solo con le big di serie A. Ho cercato di sfruttare il tempo che ho avuto a disposizione”. È in forma il folletto ungherese, lo si sta notando da tempo, ed è egli stesso a confermarlo anche ai microfoni dei giornalisti: “Sto bene. Fisicamente sono pronto a giocare di più. Sul campo faccio quello che devo per aiutare la squadra”.
Tanto è importante l’attacco quanto la difesa (Gillet docet). È il diktat di mister Mutti, ma anche un pensiero comune di chi fa parte di questo gruppo: “Ogni partita Gillet mostra quanto sia importante avere un portiere come lui in squadra ed una difesa ritrovata impermeabile”. Nel prossimo turno di campionato, i galletti affronteranno tra le mura amiche il Chievo. Uno dei primi scotri diretti per la permanenza nel torneo per eccellenza, che il Bari dovrà disputare con la massima concentrazione e determinazione, cosa che l’ex grifone rossoblu non si fa mancare: “Adesso vorrei segnare in casa, magari contro il Chievo. In Italia non si segna tanto; è importante tanto segnare quanto difendere. Noi dobbiamo attaccare con le qualità che abbiamo. Con il Milan volevamo i tre punti, contro il Chievo sarà un’altra partita, ma noi punteremo alla vittoria. Non sarà facile, ci impegneremo ad offendere gli scaligeri viste le assenze di tre loro difensori (Andreolli, Cesar, Mantovani)”.
Come ben si sa, adesso, nella rosa del Bari c’è un certo sovraffolamento in avanti, ma Rudolf non teme rivali: ”Mi trovo bene con tutti lì davanti. Gioco con più scioltezza a sinistra come seconda punta, l’importante che stia vicino alla porta”. Ed il futuro? Il goleador dell’Europa dell’est, ha tanti progetti, ma pensa sempre al presente: “Prima pensavo solo a giocare, adesso all’anno che verrà; sarà più importante. In Italia il calcio non è facile, bisogna essere molto bravi per segnare tanti gol. Ora penso al Bari, poi si vedrà”.
Come dicevamo in apertura, Rudolf ha collezionato una serie di esperienze con già quattro allenatori; adesso con Mutti. Un inizio di carriera nel bel paese molto stimolante per l’attaccante: “Con l’allenatore ho un rapporto molto chiaro. Ho conosciuto quattro allenatori in precedenza, dimostrando di poter essere utile. Sono contento per queste esperienze”. In conclusione, due battute telegrafiche sulle panchine trabballanti, che saltano molto spesso, degli allenatori: “Anche in Ungheria si succedono con frequenza gli allenatori. È normale un po’ dappertutto.”
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