Pietra tombale sulle residue speranze di salvezza, se mai ci fosse qualche ottimista a nutrirne ancora. Il Bari si fa due gol ma rimedia solo al primo, rimediando la ottava sconfitta interna e risolvendo così la crisi del Chievo (un solo punto nelle ultime cinque gare, prima dell’approdo al San Nicola).
Pronti, via, ed i biancorossi regalano un altro gol, quello fatale. E’ il 4’ quando Almiron appoggia malamente per Codrea: la pressione di Moscardelli sul rumeno ha buon fine e Gillet è ancora trafitto, proprio come nel primo tempo.
La reazione dei padroni di casa non è veemente come dopo il primo svantaggio ed allora Mutti ne ridisegna l’attacco, dando fondo a tutto il suo potenziale tecnico: fuori Huseklepp e Codrea, Rudolf terminale con il trio Alvarez-Ghezzal-Okaka a sostegno e l’inedita coppia di mediani Almiron-Bentivoglio a schermo (si fa per dire) della difesa.
La montagna di trequartisti e mezzepunte partorisce solo un topolino dalle sembianze fumose: quelle dei velleitari tentativi di Rudolf, che si danna vanamente sino alla sostituzione con Castillo, ancora fischiato e spernacchiato, a colpi di ironici incoraggiamenti.
Si diverte così il pubblico, perchè il campo non dà più motivo di sperare: ora con un’altra “panolada”, ora con la contestazione alla presidenza, condivisa stavolta dallo stadio intero.
Il Chievo legittima il vantaggio mancando con Mandelli tutto solo (su corner di Sardo) il gol del facile 3-1 e si permette persino di far rifiatare Pellissier, menomato da un colpo al volto (dentro Uribe). Negli larghi spazi concessi da un Bari senza filtro, i gialloblù di Pioli si esaltano e mancano ancora il tris al 35’, quando Gillet non trattiene su Uribe e Moscardelli non ribadisce in rete, anche per il ritorno dei difensori. I veneti si fanno pericolosi pure con Fernandes al 38’, in una partita che ormai giocano da soli ma non riescono a chiudere per il disappunto di Pioli, espulso per proteste al 41’ dopo l’ammonizione a Constant. Allo scadere del tempo regolamentare, l’unico sussulto dei biancorossi: Okaka sventaglia dalla destra, Sorrentino ci mette i pugni. Ci si aspetta un assalto all’arma bianca, nei sei minuti di recupero, ma il Bari non ne ha più e chiude fra i fischi, gli ennesimi di una stagione sempre più avvilente.
Bari-Chievo 1-2
Bari: Gillet, Masiello A., Glik, Belmonte, Parisi, Almiron, Codrea (12’ st Alvarez), Bentivoglio, Rudolf (20’ st Castillo), Ghezzal, Huseklepp (11’ st Okaka).
A disposizione: Padelli, Rinaldi, Donati, Gazzi.
Allenatore: Mutti.
Chievo: Sorrentino, Frey (47’ pt Sardo), Morero, Mandelli, Jokic, Fernandes, Guana (5’ st Rigoni), Constant, Bogliacino, Pellissier (32’ st Uribe), Moscardelli.
A disposizione: Squizzi, Marconi, Thereau, Granoche.
Allenatore: Pioli.
Arbitro: Gervasoni (assistenti Ghiandai-Giordana, quarto uomo Cervellara)
Reti: 38’ pt Pellissier, 41’ pt Ghezzal rig., 4’ st Moscardelli
Ammoniti: 4’ pt Guana, 20’ pt Fernandes, 28’ pt Rossi per gioco falloso, 39’ st Constant per aver ritardato il gioco.
Espulso Pioli al 41’ st per proteste.
Recupero: 3’ + 6’
Angoli: 5-3 per il Bari.
Spettatori: 515 paganti e 14.057 abbonati, per un incasso di 172.474 Euro.
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