A ridosso della conferenza sul “Mobbing nel mondo del Calcio”, presieduta dal Prof. Gaetano Veneto, titolare presso Giurisprudenza della cattedra di Diritto del lavoro, abbiamo intercettato uno degli importanti ospiti e relatore, ovvero l’ex direttore di Tuttosport Corriere dello Sport Stadio, nominato dal settembre 2006 direttore di Quotidiano.net (il portale internet del Gruppo Poligrafici Editoriale che che annovera una media di 3 milioni di visitatori unici al mese e 30 milioni di pagine viste al mese e che comprende QN, La Nazione, Il Giorno, Il Resto del Carlino) Xavier Jacobelli, il quale con grande disponibilità si è soffermato a parlare della disastrosa stagione biancorossa, offrendo una sua lettura e dei preziosi consigli per ripartire nel prossimo campionato cadetto. Il noto giornalista, presente anche sulle reti televisive in rubriche su La 7, Antenna 3 e TeleLombardia, lo scorso anno ha ricevuto due premi illustri: il Premio Nazionale Italian Sport Awards 2010 quale "miglior giornalista sportivo dell'anno" e il Premio Nazionale Gino Palumbo 2010 assegnato dal Gruppo Lombardo Giornalisti Sportivi.
Riportiamo i passaggi chiave della nostra intervista al direttore Jacobelli.
Direttore, a suo avviso cosa ha influito maggiormente nella stagione negativa del Bari?
Intanto credo sia necessario valutare la stagione del Bari rispetto allo strepitoso campionato scorso, senza dimenticare la catena di infortuni che ha colpito la squadra soprattutto nella prima parte della stagione, in particolare ha pesato quello di Barreto che ha subito anche una ricaduta. Ciò non è un attenuante però, Bonucci e Ranocchia, giunti con la formula del prestito, non sono stati adeguatamente rimpiazzati, aggiungendo il fatto che le richieste del tecnico non sono state soddisfatte già da agosto. Tutto ciò ha contribuito a minare pesantemente l’asse portante della squadra.
Da dove può ripartire il Bari il prossimo anno e chi potrebbe essere l’uomo giusto su cui poter ripartire?
Io penso che la società in questo momento debba guardare alla prospettiva dell’anno prossimo anche se l’aritmetica non ha ancora emesso il suo verdetto, ma il distacco è pesante ed il morale della squadra non è al meglio. Mi sono bastate poche ore a Bari per capacitarmi dell’atmosfera che si respira nella piazza barese. Bisogna innanzitutto capire chi sarà il proprietario. Questo è l’argomento che è al centro dell’attenzione dei tifosi, in queste ore ed in questi giorni. Occorre capire bene quale sarà il ruolo dei Matarrese, se lasceranno definitivamente o manterranno ancora una parte delle azioni, ma soprattutto bisognerà rendersi conto delle reali capacità della cordata.
Sarà fondamentale, per qualsiasi proprietà dovesse esserci, la scelta del tecnico, confermare quindi Mutti o puntare su uno nuovo. Mutti è un grande esperto della categoria cadetta, ovviamente se gli sarà affidata la squadra adeguata ad un campionato massacrante in cui conta molto la sostanza, potrebbe senz’altro essere l’uomo giusto. Dipende, tuttavia, dalla programmazione e voglia della società di riscattarsi. Squadre come Atalanta e Siena sono attualmente in testa al campionato cadetto, ma dal punto di vista del gioco non stanno dominando perché è molto complesso e faticoso.
Dopo le prime giornate di campionato qualcosa è andato storto nello spogliatoio biancorosso che si è disunito. Secondo Lei Ventura aveva perso il polso della situazione, nonostante abbia continuamente elogiato i suoi ragazzi e la loro unità di squadra? Il cambio in panchina tempestivo avrebbe permesso al Bari di lottare ancora per la permanenza nella massima serie?
Ventura ha dato il massimo al di là dei problemi di rapporti con la squadra. Il Bari dello scorso anno ha realizzato un gioco che ha fatto parlare in Europa e gliene va dato atto. Rammento benissimo, però, le dichiarazioni di Ventura ad inizio campionato quando più volte attribuiva le sconfitte alla mancanza di pedine fondamentali e che non appena sarebbero rientrate quest’ultime, il suo Bari avrebbe dato segnali di risveglio sorprendendo nuovamente tutti. Ma quando una stagione parte così male, ci sono molteplici cause e difficilmente la si può raddrizzare con un cambio in corsa.
Le risulta che il portiere e capitano del Bari sia diretto verso altre destinazioni italiane o estere (si parla di un suo ritorno in Belgio)?
Da estimatore di Gillet, spero rimanga ancora al Bari. E’ un simbolo della squadra e della città dato che ha ricevuto anche le chiavi di essa, oltre ed essere il giocatore con più presenze nella storia del club. E’ un giocatore che ha dimostrato nell’arco di più stagioni il suo attaccamento alla squadra. Il Bari se vorrà immediatamente rilanciarsi non può prescindere da una portiere del suo calibro che offre solide garanzie.
SoloBariNews ringrazia il direttore Xavier Jacobelli per averci offerto la sua disponibilità a questa intervista.
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