Tensione, indecisione, vento di bufera. È l’aria che si respira in queste ore dalle parti di Via Torrebella, sede dell’A.S. Bari. Siamo, a quanto pare, ai titoli di coda. Il film visto quest’anno non è piaciuto a nessuno, nè tantomeno hanno riscosso successo gli attori protagonisti. Una trama, purtroppo, che non è terminata con un lieto fine, anzi, si potrebbe dire che è accaduto tutto l’opposto di quello che tutti si aspettavano.
Il problema attuale della spalmatura degli stipendi ai calciatori sta coinvolgendo non poco i tifosi. Oggi, come da accordi presi in società in questi giorni con tutto lo staff, ci sarebbe dovuta essere la firma definitiva dei nuovi contratti presso l’ufficio provinciale del lavoro: esito che potremmo identificare come una fumata grigia. Solo in 11 hanno dato l’ok e si tratta di Alvarez, A. Masiello, Codrea, Donati, Galasso, Gazzi, Gillet, Glik, Langella, Parisi, Rivas. Ci sono stati anche giocatori che hanno dato la loro disponibilità ma che non hanno ancora firmato l'intesa con la società e stiamo parlando di Huseklepp, Kopunek, Okaka, Padelli, Rinaldi e Strambelli. Gli altri, invece, su una rosa di 30 calciatori, hanno rifiutato la suddetta operazione mentre non sono stati coinvolti i giocatori che percepiscono degli ingaggi che non gravano pesantemente sui bilanci societari.
I rischi per il club, a questo punto, sarebbero molteplici, tra questi la possibile penalizzazione in classifica (-1) per il prossimo campionato di serie B. In città, dunque, il tifoso verace non fa altro che dormire notti insonni. Ironia della sorte, chi ci rimetterà, in buona parte, saranno proprio il “cuore e la fede” del supporter biancorosso. E suonano come beffa le non tanto remote le dichiarazioni del capitano Gillet che si riteneva fiducioso circa la riuscita di questa “manovra” e la possibile collaborazione di tutta la squadra, o almeno di buona parte, per confermare l’unità nello spogliatoio. Eresia, utopia? Non si sa bene cosa sia successo quest’anno. Appare chiaro, però, che il Bari improvvisamente sia sprofondato in un baratro che mai nessuno avrebbe previsto. In estate si parlava di riconferma ad alti livelli; dove sono finiti tutti gli introiti degli sponsor e dei diritti tv si chiedono i tifosi? Eppure qualche mese fa si sapeva come pagare gli stipendi dei giocatori, rimbalzano altre considerazioni in rete. Un quadro che appare offuscato da una nube grigia che aleggia presso lo stadio San Nicola. In giro per il capoluogo di regione, si sentono rumors e voci di gente orami stufa e stanca di questi “teatrini”. "Il fallimento – commenta un tifoso – è forse la soluzione migliore; a mali estremi, estremi rimedi".
Il patron Matarrese, coinvolto e responsabile in primis di questa debacle, nicchia. A questo punto, come insegnano i saggi, bisognerà pensare a scegliere il male minore. La barca fa acqua, e per tentare di salvare il salvabile, bisognerà evitare che affondi del tutto. Chiarezza: è questa l'unica cosa che evidentemente vogliono i tifosi. Anche i calciatori stessi, per più di una volta, si sono nascosti dietro un dito troppo piccolo per coprire un problema più grande di loro. Se ad oggi, i vari Almiron, Barreto, S. Masiello, Castillo, Raggi, Kutuzov, Belmonte, Bentivoglio, Rudolf, Romero e Marco Rossi hanno detto “no” alla proposta retributiva del presidente, una conferma taciuta per lungo tempo, ora c’è: il gruppo ha perso la sua coesione ben presto, ed i risultati negativi sul campo hanno fatto da cartina tornasole ad un campionato del tutto disastroso; come conseguenza finale, la spalmatura rifiutata degli stipendi. Non a caso, si sono citati i nomi di alcuni senatori dello spogliatoio biancorosso; il giocattolo si è rotto molto tempo fa e adesso raccogliere i cocci serve a poco. Ai posteri l’ardua sentenza.
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